Commento al Vangelo – Domenica delle Palme 2022 (Lc 19,28-40)
In questo brano Gesù compie dei gesti chiari, che lo identificano come Messia. Messia è colui che inaugura un tempo nuovo, il tempo della benedizione e del compimento. Gesù si trova presso il monte degli Ulivi. Secondo il profeta Zaccaria da questo monte arriva il Messia e quando verrà ci sarà la risurrezione. Gesù sceglie questo luogo per inaugurare il compimento della sua missione che avverrà con la resurrezione.
E da lì entra in Gerusalemme, la città santa dove si trova il tempio di Dio, cavalcando un puledro secondo la parola del profeta: Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re… cavalca un asino, un puledro figlio d’asina (Zac 9,9).
Cavalcare l’asino è tipico dei re di Israele. Quando si doveva incoronare Salomone re di Israele, Davide lo fece salire sulla sua mula (cfr. 1Re 1,33). L’asino è la cavalcatura del tempo di pace. Il Messia che viene porta un tempo di pace, non di guerra. Non viene per giudicare e condannare; egli offre in dono la comunione tra Dio e il suo popolo, la misericordia e la benedizione.
E la folla accoglie Gesù stendendo i propri mantelli sulla strada gridando: Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!
Questo ricorda quello che cantavano gli angeli alla nascita di Gesù (cfr. Lc 2,14).
Ora è il tempo del compimento delle promesse messianiche, che si riassumono in una in particolare: la resurrezione. La resurrezione è la grande promessa che si è compiuta per noi; è la promessa della vita nuova senza fine che ci viene regalata da Gesù.
La folla non ha fatto altro che profetizzare il dono di Dio, ciò che effettivamente avverrà da lì a pochi giorni con gli eventi pasquali.
Ma questo compimento passa attraverso il dare la vita, la croce. Senza donazione non c’è compimento. Dare la vita per i nostri fratelli è la strada per vivere la promessa di resurrezione.
Non c’è altra via! Anche noi siamo chiamati a dare la vita per i nostri fratelli, come ha fatto Gesù, annullando ogni muro di divisione per diventare fratelli di uno stesso Dio che ama tutti.
Siamo chiamati a creare pace. Per noi la resurrezione si concretizza nella comunione tra di noi e con Dio, una comunione che è già segno del regno e di ciò che ci attende.
Se oggi è un tempo di gioia per ciò che Gesù ha fatto per noi, è anche tempo per rinnovare il nostro impegno a seguirlo fino a dare la vita per i nostri fratelli, perché l’altro diventi mio amico.
Allora anche noi saremo profeti di resurrezione per questo tempo.