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Commento al Vangelo, 26 febbraio 2023 – Mt 4,1-11

Ciò che impressiona in questo brano evangelico è che lo Spirito Santo conduce Gesù nel deserto per essere tentato dal diavolo. Sembra che dietro le tentazioni ci sia un disegno più grande. Non siamo quindi di fronte a due forze, il bene e il male, che si combattono, ma alla presenza di una mano divina, superiore, che guida ogni evento.
Ecco che sorge subito la domanda del perché di questo.
Il Signore permette le tentazioni perché possiamo di volta in volta confidare in Lui. In realtà la tentazione è un’opportunità per rinnovare la nostra fiducia. Possiamo dire che l’essere tentati è un modo con il quale Dio ci fa crescere nella fede.
Per tutta la vita Gesù sarà tentato, fino sotto la croce: la sua esistenza è un continuo vincere il dubbio di essere amato da Dio, di essere da Lui guidato. Ogni volta Gesù risponderà con la fiducia, mettendo la sua vita nelle mani del Padre.
Le tentazioni ci saranno sempre e il Signore le permette per la nostra crescita. Quando siamo tentati non bisogna agitarsi più del necessario, ma saperle accogliere come parte della nostra vita sapendo che ad esse si risponde con la fiducia e la calma. Agitarsi si fa il gioco della tentazione che crea confusione, paura e quindi fuga dalla fede.
Lo scopo della tentazione, infatti, è farci dubitare che Dio è al nostro fianco, che ci ama e vuole il meglio per noi. Essa giunge proprio quando siamo provati dalle vicende della vita. Così come Gesù che fu tentato al termine dei quaranta giorni e notti di digiuno, quando cominciava ad avere fame. Non fu tentato prima, appena uscito dal Giordano oppure appena entrato nel deserto, ma alla fine quando il suo corpo oramai era debole.
È in questi frangenti di debolezza, di vario genere, che sorgono dubbi, desideri contrastanti, stanchezza, scoraggiamento e voglia di tornare indietro. Le tentazioni vengono quando siamo deboli.
Il diavolo voleva una cosa sola: che Gesù non si fidasse del Padre e facesse a modo suo in maniera del tutto autonomo. Nelle tre tentazioni subite da Gesù nel deserto, il diavolo cerca che Gesù si distacchi dal Padre e non dipenda più da Lui, che cerchi di vivere di altro, non della Parola; che cerchi di realizzarsi scegliendo modi che paiono a lui giusti e non quelli scelti dal Padre; che cerchi la sicurezza nell’avere e nell’essere invece che nell’abbandono in Dio. In realtà la vera vita è dipendere da Dio; il diavolo vorrebbe il contrario.
Cosa fare di fronte alle tentazioni?
Sapere che arriveranno e quando si fanno presenti reagire con calma e rinnovare la nostra adesione al Signore con la preghiera, perseverando nel nostro cammino e vivere la carità come afferma il profeta Isaia: Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente sta la vostra forza (Is 30,15).