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Commento al Vangelo, 24 gennaio 2021 – Mc 1,14-20

Il brano del vangelo narra che Giovanni è stato arrestato, come ad indicare che un tempo è finito e ne inizia un altro. Inizia il tempo del compimento e inizia con Gesù. Gesù dà inizio al tempo del compimento, un inizio da intendere come un continuo inizio, sempre nuovo, teso verso il pieno compimento della volontà di Dio, quella della vicinanza al suo popolo.
Cosa significa che il tempo è compiuto?
Un tempo che si compie è un tempo qualitativamente diverso, dove giunge ad un apice e nasce qualcosa di nuovo. Ad esempio, il tempo del parto si compie quando viene alla luce una nuova vita. Il parto è segno del compimento di un tempo. Il compimento è sempre legato ad una realizzazione di qualcosa di nuovo, qualcosa che si attende.
In questo caso sta ad indicare che il regno di Dio non è più una realtà da attendere, ma che già è presente e si sta manifestando. Quindi è qualcosa di nuovo, un nuovo modo di presenza di Dio in mezzo al suo popolo, una presenza segnata dalla vicinanza, dalla misericordia e dalla gratuità offerta per tutti.
È qualcosa di nuovo da accogliere al quale volgersi con fiducia, qualcosa a cui fare spazio andandogli incontro con nuovi atteggiamenti che il vangelo identifica con la fede e la conversione.
Come quando nasce un bambino bisogna necessariamente cambiare abitudini: c’è da far spazio ad una nuova persona; ora non si è più in due ma in tre. Una nuova vita accolta cambia la vita, ogni dono accolto cambia le nostre abitudini.
Se Dio è questa nuova presenza che viene incontro a noi offrendoci la sua amicizia e la sua vicinanza, nella misura che lo accolgo ecco che allora cambia la mia vita, la trasforma. Nella misura della mia disponibilità ad aprire il mio cuore, ecco che tutto si trasforma, ecco che le cose diventano nuove, ecco che ciò che era ferito guarisce, ciò che era perso viene ritrovato. Basta solo fare un poco di spazio a questo Regno che viene.
Il tempo si compie non solo perché ciò è azione di Dio, ma si compie perché si è disponibili a fare spazio a Dio. Con Gesù Dio si è fatto vicino; ora sta a noi fare in modo che questo tempo si compia oggi e domani.
Noi abbiamo una mentalità magica secondo la quale il tempo si compie indipendentemente da quel che faccio. Ciò ha la sua parte di verità perché è Dio che decide i tempi, ma è anche vero che il tempo si compie in base alla mia risposta. Non si compie indipendentemente da me. Si compiono le promesse in base a come rispondo. L’esempio ci è dato dal profeta Giona, che predica, senza accenno di condizione alcuna, la distruzione di Ninive: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta». I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli… Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece (Gio 34-5-10). L’atteggiamento del popolo ha cambiato un tempo di maledizione in un tempo di benedizione.
Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete nel Vangelo.
Il tempo compiuto per poter sentire Dio è vicino nella misura che mi converto a questa presenza. Le promesse non sono matematiche, sono sempre legate alla mia risposta. Se io rispondo vedo che Dio è vicino e il tempo diventa compiuto.
Viviamo in un tempo dove Dio è sempre presente. Il tempo cambia per me in base alla mia risposta. Per questo Gesù dice convertitevi e credete. Significa aprire gli occhi e vedere che il regno di Dio è già presente, che Dio è già vicino. C’è la tentazione di aspettare che qualcosa cambi dall’esterno e non ci rendiamo conto che Dio è già presente, già vicino. Si tratta di aprire gli occhi e accogliere che Dio è già qui con noi. Lo stesso Gesù è venuto tra i suoi, ma non l’hanno riconosciuto e non lo hanno accolto (cfr. Gv 1,10-11). Il tempo era compito da parte di Dio, ma non lo è stato per i suoi. Ecco la necessità di vivere il tempo, il mio tempo, questo tempo, come un tempo compiuto. Il tempo non si compirà mai senza la mia risposta.
Concretamente siamo chiamati a cambiare il modo di giudicare il tempo, di attendere la venuta del Signore. Convertiamoci, quindi, perché il tempo si compia. Qual è il vero strumento per convertirsi? La preghiera. Si attende non guardando l’orologio, ma pregando. Il tempo cambia qualitativamente in base alla mia preghiera, una preghiera di gratitudine per ogni evento della vita. Ringraziando si aprono gli occhi e si può vedere, sentire Dio vicino. Non abbandoniamo la preghiera; così il tempo si compirà e vedremo Dio vicino. Questo è ciò che cambia la qualità della nostra vita.