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Commento al Vangelo, 14 aprile 2024 – Lc 24,35-48

I discepoli faticano a credere alla resurrezione di Gesù a tal punto che quando appare rimangono sconvolti e pieni di paura, pensando di vedere un fantasma. Lo stesso Gesù si meraviglia della loro incredulità e domanda loro perché ancora hanno dubbi.
Com’è possibile che i discepoli non credano anche di fronte all’evidenza?
Questo interrogativo ci permette di comprendere i tre accorgimenti che Gesù userà per allontanare i dubbi dai discepoli circa la Sua resurrezione, tre accorgimenti che sono utili per far sorgere la fede nella resurrezione, accorgimenti che diventano segni identificatori della presenza del Risorto.
Primo accorgimento di Gesù
Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Pace a voi non è solo un semplice saluto, ma il modo di presentarsi di Dio. Dio non è in collera con noi, ma è in pace con noi. Infatti non siamo noi che facciamo la pace con il Signore, ma è
Lui che è in comunione con noi. Siamo in pace con Dio grazie a Gesù (cfr. Rm 5,1). Egli si presenta come amico e come amico parla. È l’invito a diventare portatori di un linguaggio improntato alla comunione.
La fede nella resurrezione si alimenta di un linguaggio che si chiama misericordia, un linguaggio di pace.
Secondo accorgimento di Gesù
Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho.
Per credere dobbiamo avere il coraggio di toccare qualcosa di concreto.
In questo caso è l’invito ad avvicinarsi al fratello fino a toccarne la sua carne e le sue ossa. È toccare i nostri fratelli, ferite comprese. Il fratello non ci allontana dalla fede, al contrario ci avvicina a Dio perché ci apre all’accoglienza e alla misericordia.
In Gesù i segni della crocifissione sono diventati i segni della resurrezione.
Se scappiamo dal fratello, in un certo modo neghiamo la risurrezione perché togliamo ogni speranza che le ferite diventino gloriose.
Noi vorremmo toccare ciò che è senza macchia per esorcizzare la paura delle nostre ferite. In realtà ciò che ci fortifica nella resurrezione è guardare e toccare con speranza le ferite del fratello.
La fede nella resurrezione si alimenta delle ferite del fratello, accolte e amate.
Terzo accorgimento di Gesù
Avete qui qualche cosa da mangiare?
I discepoli gli offrono del pesce arrostito e Gesù lo mangia davanti a loro.
È ciò dobbiamo imparare a fare anche noi: stare con il fratello, uno stare significato dal mangiare. Il cibo significa essenzialmente fare comunione. Infatti il vero mangiare è sedersi senza fretta, stare con.
La fede nella resurrezione si alimenta del godere nello stare con il fratello.
Per confermare la fede dei discepoli nella Sua presenza da Risorto, Gesù non fa miracoli, guarigioni o particolari segni; usa invece questi tre semplici accorgimenti: parlare, toccare e mangiare.
Di fronte alle prove, alle paure e ai dubbi della vita abbiamo bisogno continuamente di riconfermare la nostra speranza. Gesù ci offre la giusta indicazione: parlare di pace, stare con i fratelli e non scappare, ma perdere tempo con loro. Allora rinascerà la speranza nella risurrezione.
Questi sono i segni che indicano e alimentano la fede nella resurrezione, che guariscono dalla disperazione e ci incoraggiano a camminare in avanti.