Commento al Vangelo, 28 gennaio 2024 – Mc 1,21-28
Il brano del Vangelo narra della presenza di un indemoniato nella sinagoga. Era un fedele che partecipava al culto, ma sembra che nessuno si fosse mai accorto di questa presenza negativa. La
novità è che l’indemoniato reagisce gridando mentre Gesù stava parlano. Da notare che Gesù non stava facendo un esorcismo; stava solo predicando nella sinagoga. Tutti i presenti rimangono meravigliati non tanto della forza carismatica di Gesù, ma del fatto che insegnava con autorità a tal punto che anche gli spiriti impuri gli obbediscono.
Cosa significa che Gesù predicava con autorità? Era forse la sua modalità?
Ma questo non sembra in quanto non si accenna ad azioni particolari.
Forse questa autorità indica un diverso contenuto?
Quando nella sinagoga si commentava la Scrittura ci si limitava semplicemente a ripetere le spiegazioni dei grandi rabbini. Gesù, invece, offre una propria interpretazione del testo biblico.
Dalla reazione dell’uomo posseduto, intuiamo che ciò che stava dicendo Gesù era totalmente nuovo, un messaggio capace di sovvertire le cose vecchie e di crearne nuove. Infatti sembra che fosse la prima volta di tale reazione dell’indemoniato.
Tutto ciò ci fa capire che l’autorità di Gesù non era nel metodo, ma nel contenuto del Suo messaggio.
Sappiamo dai Vangeli sinottici che la predicazione di Gesù era centrata sulla vicinanza e la presenza del Regno, un Regno caratterizzato dalla grazia e dalla misericordia dove Dio rompe gli indugi e si avvicina all’uomo per offrirgli gratuitamente il dono della comunione. Non è più l’uomo che cerca la salvezza, ma è Dio che liberamente gliela offre. Con Gesù il Regno diventa non più il premio per i forti e i giusti, ma un dono per i deboli e i lontani.
Gesù capovolge la predicazione degli scribi fondata esclusivamente sulla Legge e sulla logica del merito per cui è accetto solo chi compie le prescrizioni. Gesù, al contrario, proclama che Dio viene a visitare tutti, specialmente chi non ha speranza, chi è bisognoso di salvezza e di guarigione.
È il contenuto che dà autorità alla predicazione di Gesù: misericordia e grazia per tutti.
Al contrario, il diavolo vuole l’osservanza della Legge perché sa che non riusciremo mai ad osservarla completamente; egli non vuole che confidiamo nella misericordia, vuole che viviamo nella paura del giudizio. Il diavolo preferisce la giustizia alla misericordia, alla grazia, alla gratuità. Egli usa le nostre trasgressioni per accusarci; Dio invece usa le nostre trasgressioni per offrirci la Sua misericordia. Il diavolo vuole dividerci e allontanarci da Dio sottolineando la nostra indegnità presentandoci un volto di Dio giudice; Gesù invece si avvicina a noi per mostrarci il volto di un Padre che non tiene conto del male, ma risponde guarendo, perdonando e donando la gioia della comunione. Il diavolo non vuole la speranza del riscatto: chi ha sbagliato deve pagare. Per Gesù chi ha sbagliato, invece, riceve misericordia.
La misericordia rovina il regno del diavolo dove è negata ogni speranza di cambio. Il diavolo sa adattarsi molto bene ai nostri sensi di colpa, alle nostre ipocrisie, paure; non sa invece adattarsi alla gioia, alla misericordia, al dono. Ciò che egli teme più di tutto è la misericordia gratuita di Dio.
Ecco che per allontanarlo dalle nostre vite, dalle nostre case, dalle nostre comunità bisogna parlare di misericordia e agire con misericordia.
Concretamente: parliamo, pensiamo e agiamo secondo lo spirito del Vangelo incoraggiando e dando speranza, usando misericordia con noi stessi e con i nostri fratelli.
Apriamo il nostro cuore all’ascolto della buona e gioiosa novella di Gesù, che ci libera dalla schiavitù dei sensi di colpa e dalle nostre paure facendoci sperimentare l’amore incondizionato e gratuito di Dio Padre.
Usare misericordia è il primo passo per essere liberati dalle insidie del diavolo che ci vuole prigionieri della disperazione.
La Parola contiene autorità perché è annuncio di misericordia: la misericordia è la vera potenza di Dio, presagio di resurrezione.