Approfondimenti

Commento al Vangelo, 1 gennaio 2023 – SS. Madre di Dio

Il brano del vangelo sottolinea che i pastori, appena ricevuto l’annuncio della nascita del Messia nella città di Davide e avuto la visione degli angeli che lodavano Dio, cominciarono a dirsi l’un l’altro di andare fino a Betlemme per vedere l’avvenimento che il Signore aveva loro rivelato.
Ecco una prima luce per la nostra vita: la necessità di parlare delle cose di Dio. C’è bisogno di raccontarsi quello che il Signore fa nella nostra vita, di condividere non solo problemi, ma soprattutto doni e speranza. Abbiamo bisogno di essere incoraggiati, sempre e continuamente. E ci si incoraggia raccontando i doni di Dio. La parola suscita fiducia in Dio, mette speranza nel cammino che ci sta davanti e ci apre gli occhi per vedere i segni di Dio nella nostra vita. La parola è creatrice. Se parliamo dei doni di Dio, ci apriremo alla sua azione, diversamente se parliamo solo di cose negative o in modo negativo rimaniamo chiusi ad ogni annuncio di gioia.
I pastori si sono incoraggiati e hanno deciso di andare, senza indugio, fino a Betlemme. Sono andati e hanno trovato come aveva loro riferito l’angelo. Hanno avuto la conferma che non era un’illusione, ma che ciò che avevano visto era vero e che il Signore aveva visitato proprio loro, poveri pastori. Per noi andare a Betlemme è correre dove è presente Dio e Dio è presente dove ci sono i nostri fratelli di fede.
La tentazione è lasciarsi andare al brontolamento; questo toglie ogni forza di correre verso i nostri fratelli e ci fa rimandare a tempi migliori ciò che invece è per oggi. In questo modo la nostra fede non verrà mai confermata, perderemo la gioia rimanendo chiusi alle meraviglie che Dio ha preparato per la nostra vita.
Se i pastori non fossero convinti di correre subito a Betlemme, ma avessero pensato al loro gregge, alle loro cose da fare o semplicemente alla loro pigrizia e sonno, alla loro situazione infelice in quanto esclusi dalla vita sociale, forse non avrebbero mai visto Gesù. Sopratutto non avrebbero creduto a ciò che aveva detto loro l’angelo, non avrebbero potuto raccontare come era vera la visone che avevano avuto degli angeli, gli altri non si sarebbero stupiti e ancora di più non sarebbero ritornati lodando e glorificando Dio: avrebbero perso l’occasione della loro vita per sperimentare che Dio li ama, avrebbero perso la vera gioia.
Per questo coltiviamo parole di speranza, incoraggiamoci a vicenda nel credere al Signore, allora riceveremo nuova forza per andare alle diverse “Betlemme” che ci ha preparato il Signore, si apriranno i nostri occhi e vedremo i segni del suo amore per noi.
Parlare positivamente e correre verso i fratelli ci permette di sperimentare che per noi, oggi, è nato un Salvatore, Cristo Signore.