Don Manlio SodiApprofondimenti

Quel «40» che indica e caratterizza un itinerario

Non è il numero di una strada statale o provinciale o comunale, né tanto meno un numero civico, ma è l’indicatore per percorrere l’autostrada della felicità. Davvero? Fa parte del linguaggio ordinario l’espressione «dare i numeri» con i vari significati più o meno onorifici che la caratterizzano. Ma i numeri hanno anche la capacità di esprimere realtà spesso dense di significato. Tanto che ci sono dei numeri particolarmente significativi accanto ad altri più ordinari.

Al di là della «solitudine dei numeri primi» – come si esprime il titolo di un noto romanzo -, anche la Bibbia contiene un’infinità di numeri e alcuni particolarmente significativi e ricercati, tanto da non soffrire alcuna solitudine. C’è poi il «libro dei Numeri» che da solo risulta emblematico.

Lo studio e la considerazione dei numeri della Bibbia ha dato vita ad una scienza con un nome un po’ particolare: la «gematría». D’incerta etimologia (forse di origine ebraica), il termine indica una particolare forma di interpretazione della Scrittura, che sembra rifarsi all’antico metodo fenicio-ebraico di scrivere i numeri con le lettere dell’alfabeto. Al di là del termine e dell’ambito che esso racchiude, la Bibbia contiene un orizzonte elevato di numeri alcuni dei quali ricorrono con frequenza. Si va dall’uno al tre, dal sette al dieci al dodici, dal 72 al 144mila passando per il numero della bestia, il 666, ricordato nell’Apocalisse… Nell’insieme ci troviamo di fronte ad una pagina interessante che chiunque può percorrere e approfondire con facilità.

Ma c’è un numero che interessa in modo particolare in quanto ritorna ogni anno, il 40: un numero che ha dato origine alla Quaresima, a quei 40 giorni che intercorrono tra il mercoledì delle Ceneri e il Giovedì santo (escluse le domeniche perché in domenica non si fa penitenza). Il numero è presente ben 161 volte nei contesti più diversificati dell’Antico e del Nuovo Testamento: si va dal computo dei giorni alle misure di lunghezza, dagli anni al numero dei figli, dagli animali per il lavoro nei campi fino ai cavalli e alle stalle… Ma ci sono anche alcuni riferimenti a giorni particolari che garantiscono il significato e il senso dell’attualità del «40».

Quaranta sono i giorni del diluvio, quaranta i giorni passati da Mosè sull’Oreb, quaranta i giorni della predicazione di Giona a Ninive, quaranta quelli trascorsi da Gesù nel deserto come già aveva vissuto il profeta Elia, quaranta i giorni che intercorrono tra la risurrezione e l’ascensione del Signore. Le citazioni permettono di comprendere pertanto il senso di una durata proposta come emblematica per un itinerario spirituale.

È da questa esperienza che la Quaresima prende forma come tempo da trascorrere per realizzare un cammino. L’itinerario della persona che intende aderire al progetto del Vangelo si intreccia con quello di colui che si prende un tempo per valutare il senso e gli obiettivi della propria esistenza. Il traguardo è la Pasqua: una data che annualmente ricorre, e che rinvia comunque a quella settimanale (la domenica) e a quella quotidiana.

E l’«autostrada della felicità» allora? In autostrada ordinariamente si va più veloci; ci si muove in sicurezza; vari indicatori permettono di viaggiare secondo progetti prestabiliti… Ma per giungere con sicurezza a destinazione è essenziale la massima attenzione e un equipaggiamento sicuro. Il paradigma per la vita spirituale può risultare eloquente. Anche nella vita dello Spirito ci sono dei momenti o periodi in cui il bisogno di soffermarsi per fare una attenta verifica di quanto ci permette di viaggiare con sicurezza è essenziale. E la Quaresima è il momento più favorevole anche per verificare il significato di qualche spia rossa

che di tanto in tanto si accende sul cruscotto della vita. È un richiamo da tenere in attenta considerazione per giungere con sicurezza e con spirito rinnovato a destinazione: la Pasqua!

Il Direttore Spirituale

Prof. Don Manlio Sodi