Don Manlio SodiApprofondimenti

Simboli pasquali: per quale vita?

Il simbolo è ciò che unisce due realtà non immediatamente unite. Ne facciamo esperienza quotidiana quando usiamo dei simboli per esprimere un rapporto di amore (si pensi all’anello!), un legame con la patria (si pensi alla bandiera nazionale!), un augurio di rinnovata felicità (si pensi ad un fiore o ad un abbraccio). Potremmo continuare in questa esemplificazione, e le sottolineature ci permetterebbero di cogliere ancora più in profondità il ruolo dei simboli in quel linguaggio così peculiare qual è quello della fede cristiana.

Con l’inizio della Settimana Santa si intrecciano una serie di simboli che contribuiscono – per chi ha fede – a rendere il proprio incontro con il Soprannaturale sempre più pieno e intenso, e soprattutto proficuo per un cammino spirituale all’insegna di ciò che significa e comporta l’esperienza pasquale.

La benedizione delle palme attira un numero elevatissimo di persone: la palma ci ricorda l’accoglienza del Maestro nel proprio cuore; è un segno di pace e di accoglienza coltivate e vissute alla luce della Risurrezione!

La lavanda dei piedi è un gesto che rinvia a ciò che ha fatto Gesù con i suoi discepoli; un gesto il cui significato è racchiuso nelle parole: «… come ho fatto io così dovete fare anche voi…». È l’impegno dell’attenzione agli altri, del servizio, della disponibilità… e la distribuzione del pane benedetto – come avviene in tante comunità parrocchiali – rinvia a quel “pane eucaristico” da cui proviene ogni forma di vitalità.

L’adorazione della Croce caratterizza il Venerdì Santo. Se il racconto della Passione secondo il Vangelo di Giovanni ci mette dinanzi al mistero della Passione e Morte del Salvatore, sarà la grande preghiera universale a dare un orizzonte sconfinato a tale mistero implorandone il beneficio spirituale e materiale per le tante situazioni che vengono elencate.

I linguaggi delle quattro parti della Veglia pasquale invitano a cogliere la sintesi di un itinerario che non termina mai: la liturgia della luce invita a lasciarsi illuminare da Cristo «luce del mondo» con il simbolo del cero pasquale; la liturgia della Parola offre la sintesi di una storia di salvezza che ha la Pasqua quale costante centro di riferimento; la liturgia dell’acqua invita a ritrovare il senso di quell’acqua viva che scaturisce dal costato di Cristo, i sacramenti, di cui il battesimo segna l’inizio di una realtà che non avrà mai fine; la liturgia eucaristica, infine, nel partecipare alla mensa del Corpo e del Sangue di Cristo assicura e garantisce la partecipazione al convito eterno.

Simboli pasquali, dunque, per una vita che mentre si dipana negli intrecci del quotidiano, guarda a quella vita senza fine che la Pasqua annuale e domenicale alimenta in vista di quella Pasqua eterna quando non ci sarà più pianto né lamento né morte. Ecco perché viviamo di simboli, anzi «ci nutriamo di simboli» come insegnava sant’Agostino: parole di stretta attualità!

Il Direttore Spirituale

Prof. Don Manlio Sodi