Don Manlio SodiApprofondimenti

I «mesi mariani»

La pietà popolare cristiana annovera nel suo patrimonio culturale numerose manifestazioni che toccano il mistero di Dio Trinità (si pensi alla grande devozione e ai pellegrinaggi che si svolgono presso il santuario della Ss.ma Trinità a Vallepietra in provincia di Roma), la Vergine Maria, i Santi e i Beati: tutti onorati sotto molteplici titoli!

Ci sono però anche dei periodi di tempo dedicati a queste devozioni: si va da triduo alla novena per toccare poi l’intero mese. Ed è in questo contesto che il Direttorio su liturgia e pietà popolare parla dei «mesi mariani». Ripercorrere alcuni passaggi può risultare quanto mai utile ai fini di un incontro sempre più profondo tra fede e pietà popolare.

«Relativamente alla pratica di un “mese mariano”, diffusa in varie Chiese sia dell’Oriente sia dell’Occidente, si possono richiamare alcuni orientamenti essenziali. In Occidente i mesi dedicati alla Vergine, sorti in un’epoca in cui si faceva scarso riferimento alla Liturgia come a forma normativa del culto cristiano, si sono sviluppati parallelamente al culto liturgico. Ciò ha posto e pone tuttora alcuni problemi di indole liturgico-pastorale che meritano un’accurata valutazione» (n. 190).

«Limitatamente alla consuetudine occidentale di celebrare un “mese mariano” in maggio (in novembre, in alcuni paesi dell’emisfero australe), sarà opportuno tenere conto delle esigenze della Liturgia, delle attese dei fedeli, della loro maturazione nella fede, e studiare la problematica posta dai “mesi mariani” nell’ambito della “pastorale d’insieme” della Chiesa locale, evitando situazioni di contrasto pastorale che disorientano i fedeli, come accadrebbe, ad esempio, se si spingesse per abolire il “mese di maggio”.

In molti casi la soluzione più opportuna sarà quella di armonizzare i contenuti del “mese mariano” con il concomitante tempo dell’Anno liturgico. Così, ad esempio, durante il mese di maggio, che in gran parte coincide con i cinquanta giorni della Pasqua, i pii esercizi dovranno mettere in luce la partecipazione della Vergine al mistero pasquale e all’evento pentecostale, che inaugura il cammino della Chiesa: un cammino che essa, divenuta partecipe della novità del Risorto, percorre sotto la guida dello Spirito. E poiché i “cinquanta giorni” sono il tempo proprio per la celebrazione e la mistagogia dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, i pii esercizi del mese di maggio potranno utilmente dar rilievo alla funzione che la Vergine, glorificata in cielo, svolge sulla terra, “qui e ora”, nella celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia.

In ogni caso dovrà essere diligentemente seguita la direttiva… sulla necessità che «l’animo dei fedeli sia indirizzato prima di tutto verso le feste del Signore, nelle quali, durante il corso dell’anno, si celebrano i misteri della salvezza», ai quali, certo, è stata associata la beata Vergine Maria. Un’opportuna catechesi convincerà i fedeli che la domenica, memoria ebdomadaria della Pasqua, è «il giorno di festa primordiale». Infine, tenendo presente che nella Liturgia Romana le quattro settimane di Avvento costituiscono un tempo mariano armonicamente inserito nell’Anno liturgico, si dovranno aiutare i fedeli a valorizzare convenientemente i numerosi riferimenti alla Madre del Signore offerti da questo intero periodo» (n. 191).

Abbiamo dunque due periodi – maggio e dicembre – in cui la tradizione popolare e la liturgia offrono un’occasione stupenda per conoscere adeguatamente il mistero di Maria, la Madre di Gesù. A questi due mesi si può aggiungere anche il mese di ottobre, tradizionalmente dedicato al Rosario!