Don Manlio SodiApprofondimenti

Dalle Ceneri alle palme, in cammino verso la Pasqua

«Convèrtiti e credi al Vangelo». Due verbi all’imperativo che sono risuonati nel momento dell’imposizione delle ceneri sulla fronte di chi ha voluto segnare l’inizio del nuovo cammino quaresimale. Il «mercoledì delle ceneri» con la sua austera liturgia manifesta e indica un segmento particolare dell’itinerario che ogni fedele ha dinanzi quando guarda la Pasqua come al centro della propria vita. E l’insieme dei “quaranta” giorni offre un percorso per ritrovare e per approfondire il senso di un cammino che se trova nella Pasqua il suo centro, continua però nel tempo fino all’ultimo respiro.

C’è una seconda espressione – più tradizionale – che può accompagnare il gesto dell’imposizione della cenere: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai». Un richiamo eloquente sorretto dal segno della cenere, alla fugacità del tempo; un richiamo però che invita a saper valorizzare con intelligenza spirituale lo scorrere le stagioni della vita e dello spirito.

Su quali elementi fare affidamento per vivere con impegno questo tempo sacralizzato dall’esempio di Gesù che si ritira nel deserto? La parola del Signore anzitutto è annunciata nei giorni festivi e feriali in modo da essere sorretti nel non facile itinerario. La lectio divina – improntata in particolare sul vangelo di Giovanni – offre opportunità per un dialogo prezioso in sintonia con il Lezionario. La Via Crucis del venerdì predispone all’evento del Venerdì Santo quando l’adorazione della Croce è preparata dal racconto della Passione secondo le parole di san Giovanni. Forme di digiuno e di penitenza accompagnano e sorreggono la vita spirituale quale segno concreto di un coraggio essenziale per attraversare il deserto della vita; ma è proprio in questo deserto che «Dio ci guida alla vita»: è il tema offerto dal messaggio che papa Francesco ha lanciato per questa Quaresima.

«L’esodo dalla schiavitù alla libertà non è un cammino astratto. Affinché concreta sia anche la nostra Quaresima, il primo passo è voler vedere la realtà. Quando nel roveto ardente il Signore attirò Mosè e gli parlò, subito si rivelò come un Dio che vede e soprattutto ascolta: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele” (Es 3,7-8). Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove? Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità che originariamente ci lega».

La Quaresima «è tempo di conversione, tempo di libertà – continua a scrivere papa Francesco -. Questo comporta una lotta e un agire». In Quaresima agire è anche fermarsi: fermarsi per riflettere, per pregare, per rientrare in se stessi, per ritrovare il senso delle proprie scelte… in una parola: per ritrovare quel Dio che solo dà senso ad ogni respiro.

È con tale atteggiamento che ci si può avvicinare a quell’«Osanna…» della domenica delle Palme che predispone a vivere la Passione e la Pasqua; e il segno del ramo d’ulivo che con devozione viene accolto e portato in famiglia, diventa un richiamo a scelte di pace e di accoglienza che solo nel mistero di Cristo sa trovare la sua logica più eloquente.