Don Manlio SodiApprofondimenti

Superare un presente asfittico

Titolo strano in prima pagina? Di quale presente si vuol parlare? E a quale asfissia ci si riferisce? Tre interrogativi che possono aprire la riflessione su uno dei tanti aspetti che circondano la dimensione culturale di ogni persona in qualunque tempo. E più precisamente si delinea una domanda: in che misura la conoscenza della storia può costituire il segreto per «superare un presente asfittico»?

Quando si pensa all’asfissia l’attenzione si rivolge immediatamente alla mancanza d’aria: se manca questa è finita; la vita si esaurisce. Ma qui non si fa riferimento alla vita fisica. C’è una vita «altra» che permea la cultura di ogni persona: quando questa dimensione appassisce o addirittura scompare allora l’insieme delle manifestazioni della vita quotidiana assumono le più variegate forme di asfissia tanto da contribuire ad una socializzazione priva di creatività e senza quella saggezza e buon senso che provengono, appunto, dalla storia.

Il grande retore Marco Tullio Cicerone soleva affermare che il bambino rimane sempre tale finché non conosce tutto ciò che lo ha preceduto. Ecco il segreto per crescere: conoscere – nei limiti del possibile – quell’insieme di elementi che permettono di sentirsi a proprio agio parlando per esempio di Etruschi, di un glorioso Medio Evo, del concittadino Dante, delle opere dell’umanesimo toscano, di strutture architettoniche, di artisti le cui opere offrono occasione di essere ammirati da tutto il mondo.

Sì, ogni terriorio con tutte le potenzialità di cui la storia l’ha arricchito fino ai giorni nostri, permette di respirare con la storia, e la storia è come la filosofia della vita che insegna per esempi. E respirare con la storia ha come conseguenza il superamento di tante forme di asfissia. Possibile? Facciamo qualche esempio. Percorrere le grandi fasi della storia che racchiudono eventi anche puntuali aiuta a valutare con un maggior oggettività anche le situazioni di un incerto presente. Accostare i tesori artistici che arricchiscono i nostri borghi permette di sentirsi invitati ad educare i più giovani al rispetto e alla conservazione di quanto abbiamo ricevuto dalle precedenti generazioni. Custodire il territorio così dolce e armonioso che caratterizza un lembo di terra qual è quella abitata oggi dai nostri lettori è una sfida perché la natura possa essere custodita il più possibile incontaminata e quindi disponibile a svolgere la propria missione. Saper usare bene la lingua italiana – al di là di tutti quei meccanismi dei social che uccidono il dolce parlar toscano – permette di cogliere con maggior profondità e competenza i tesori che la letteratura ha trasmesso; ma permette anche di affidare a nuove generazioni testi che segnano il nostro tempo mentre invitano alla riflessione. Confrontarsi con documenti che per quelle sconosciute pieghe della storia sono sorti nel proprio territorio diventa occasione non tanto di orgoglio quanto soprattutto motivo per domandarsi: cosa posso affidare alla storia a partire dalle doti di cui è ricca anche la mia personalità?

È sempre dell’amico Cicerone l’affermazione: «La storia è testimone del tempo, luce di verità, vita del ricordo, maestra della vita, ambasciatrice dell’antichità». Cinque definizioni che aiutano a fare sintesi; una sintesi prospettica, che sappia guardare avanti non con la riduzione del tempo da dedicare allo studio della storia, ma con il coraggio che proviene dalla conoscenza di ciò che ci ha preceduto. È il segreto per respirare a pieni polmoni quell’alito di cultura che permette di saper affrontare con maggior saggezza e sicurezza un presente che talvolta rischia di togliere il respiro!