Don Manlio SodiApprofondimenti

«… concedici la tua pace»

Con il 1° gennaio 2025 si è vissuta – sotto un’infinità di scambio di auspici – la 58a Giornata mondiale della pace. L’aveva lanciata Paolo VI l’8 dicembre 1967 (e istituita nel 1981 anche dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite); e ogni capodanno è stata sempre un’occasione per riflettere su questa realtà: un dono continuamente da invocare dall’Alto ma anche sempre da ricercare tra persone, istituzioni, nazioni, popoli, culture e religioni.

La coincidenza di questo capodanno con il tempo del Giubileo permette di cogliere più in profondità il titolo completo del messaggio di papa Francesco: «Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace». Una duplice invocazione che sintetizza il bisogno di ascoltare e in qualche modo di rispondere al «grido dell’umanità minacciata» e in particolare a «chi si sente prostrato dalla propria condizione esistenziale… e non riesce a scorgere più alcuna prospettiva di vita».

Nel contesto dell’anno giubilare papa Francesco affida alla responsabilità di tutti tre azioni possibili in vista di un cammino di speranza che porti a traguardi significativi. Ecco le sue parole. «Anzitutto… pensare a una consistente riduzione… del debito internazionale, che pesa sul destino di molte Nazioni. Riconoscendo il debito ecologico, i Paesi più benestanti si sentano chiamati a far di tutto per condonare i debiti di quei Paesi che non sono nella condizione di ripagare quanto devono. Certamente… occorre, nello stesso tempo, lo sviluppo di una nuova architettura finanziaria, che porti alla creazione di una Carta finanziaria globale, fondata sulla solidarietà e sull’armonia tra i popoli.

Inoltre, chiedo un impegno fermo a promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale, perché ogni persona possa amare la propria vita e guardare con speranza al futuro, desiderando lo sviluppo e la felicità per sé e per i propri figli. Senza speranza nella vita, infatti, è difficile che sorga nel cuore dei più giovani il desiderio di generare altre vite. Qui, in particolare, vorrei invitare a un gesto concreto che possa favorire la cultura della vita. Mi riferisco all’eliminazione della pena di morte in tutte le Nazioni. Questo provvedimento, infatti, oltre a compromettere l’inviolabilità della vita, annienta ogni speranza umana di perdono e di rinnovamento.

Oso anche rilanciare un altro appello: utilizziamo almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico. Dovremmo cercare di eliminare ogni pretesto che possa spingere i giovani a immaginare il proprio futuro senza speranza, oppure come attesa di vendicare il sangue dei propri cari. Il futuro è un dono per andare oltre gli errori del passato, per costruire nuovi cammini di pace».

Il dono della pace passa attraverso la presa di coscienza e la consapevole attuazione di tante scelte che intrecciano la vita a livello personale e sociale; una pace che è strettamente unita alla giustizia: senza di questa quel “dono” non si attua. E tutto questo passa attraverso scelte significative, come ricorda ancora il messaggio di papa Francesco: «Cerchiamo la pace vera, che viene donata da Dio a un cuore disarmato: un cuore che non si impunta a calcolare ciò che è mio e ciò che è tuo; un cuore che scioglie l’egoismo nella prontezza ad andare incontro agli altri; un cuore che non esita a riconoscersi debitore nei confronti di Dio e per questo è pronto a rimettere i debiti che opprimono il prossimo; un cuore che supera lo sconforto per il futuro con la speranza che ogni persona è una risorsa per questo mondo. Il disarmo del cuore è un gesto che coinvolge tutti, dai primi agli ultimi, dai piccoli ai grandi, dai ricchi ai poveri. A volte, basta qualcosa di semplice come un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito».

Il Direttore Spirituale

Prof. Don Manlio Sodi