L’impegnativa e pur affascinante sfida dell’educazione
Alla ripresa delle attività scolastiche, mentre si ripropongono gli annosi problemi della logistica e dell’organizzazione, si affacciano pure le sfide proprie dell’educazione intellettuale (e non solo). Si presentano nelle classi quasi tutti gli allievi che avevamo salutato pochi mesi fa. In genere la curiosità e l’entusiasmo sono due elementi che permeano gli inizi di una nuova avventura; se poi gli insegnanti sono gli stessi allora l’incontro e la ripresa sono ancor più facilitati.
Due sono gli aspetti che rendono questo nuovo cammino pieno di attese. Da parte degli studenti avere la possibilità di accogliere attraverso un’attenta didattica contenuti che aiutino a crescere nella cultura; accogliere con un atteggiamento di apertura e di rispetto quale si addice in un simile contesto. Da parte dei docenti (dai maestri ai professori e a tutto il personale di sostegno e ausiliario…) la competenza nello svolgere il proprio ruolo, sia pur con il coraggio di saper prendere posizione quando è necessario.
Torna quanto mai di attualità un’espressione che leggiamo nel trattato «La Repubblica» del grande filosofo ateniese Platone che tra il V e il IV secolo a. C. scriveva: «Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia».
Cambiamo pure certi termini per adattare la riflessione al contesto della scuola. Non c’è bisogno di farlo da questo «pulpito» di carta, perché l’attento lettore sa leggere tra le righe e interpretare e soprattutto adattare all’oggi la disamina di un tempo.
L’attualità delle riflessioni di Platone viene ad illuminare sui rapporti educativi che vengono posti in atto sia nella scuola e sia – prima ancora – nella famiglia. Se comunque il rapporto educativo non è la risultante di linee propositive che si intrecciano continuamente, chi ci rimette è sempre la scarsa incidenza della proposta educativa nel carattere del giovane che può sempre “giocare” tra le due linee formative seguendone talvolta una terza difficilmente gestibile o recuperabile.
È stato rilevato che nel nostro tempo viviamo in un clima di estrema libertà, una libertà tale da permettere a chiunque di esprimere la propria opinione e questo, grazie anche agli strumenti offerti dai social. Splendidi mezzi per apprendere informazioni. Ma in parallelo si offre un adeguato metodo di apprendimento che non sia solo ricerca di informazioni e non invece un invito ad una riflessione che vada al di là di quanto di effimero appare in video?
La sfida dell’educazione è senza dubbio ardua per le infinite varianti che ne condizionano il cammino secondo l’età e il grado di intelligenza; ma è soprattutto affascinante: si tratta di offrire strumenti e percorsi per un’apertura di mente che permetta di garantire l’incontro e il confronto con le realtà della vita, da quelle più ordinarie a quelle che si intrecciano con tutti i meandri della scienza nelle sue più variegate branchie.
È il fascino dell’educazione che non viene mai meno; e l’augurio è che tale fascino sia costantemente rinsaldato raccogliendo la grossa sfida che coinvolge tutti, nel presente e soprattutto nel futuro della nostra società. «Educare è sempre un atto di speranza che invita alla compartecipazione e alla trasformazione della logica sterile e paralizzante dell’indifferenza in una logica capace di accogliere la nostra appartenenza comune»: così papa Francesco in un messaggio in occasione della Giornata internazionale per l’alfabetizzazione, il cui obiettivo è quello di «costruire un mondo a misura d’uomo». Ci proviamo?
Il Direttore Spirituale
Prof. Don Manlio Sodi