Don Manlio SodiApprofondimenti

Ottobre: il mese del Rosario

Era il 16 ottobre del 2002 quando san Giovanni Paolo II – all’inizio del suo 25° anno di pontificato – pubblicava una Lettera apostolica sul santo Rosario (Rosarium Virginis Mariae). Un testo quanto mai prezioso che nell’intento di introdurre l’«anno del Rosario» (ottobre 2002 – ottobre 2003) evidenziava varie prospettive per cogliere i valori di una simile preghiera.

La prima di queste linee appariva – e appare sempre! – nel primo capitolo sotto il titolo: «Contemplare Cristo con Maria». Questo l’obiettivo: contemplare il mistero di Cristo ma avendo Maria come modello di contemplazione, per conoscere meglio il Cristo, per conformarsi a Lui, per invocarlo, per annunciarlo.

La seconda linea appariva nel capitolo successivo quando si è posti dinanzi al dato di fatto che nei misteri del Cristo si trova sempre la Madre. Ed è in questa linea che Giovanni Paolo II scrive: «Ritengo che, per potenziare lo spessore cristologico del Rosario, sia opportuna un’integrazione che, pur lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità, gli consenta di abbracciare anche i misteri della vita pubblica di Cristo tra il Battesimo e la Passione. È infatti nell’arco di questi misteri che contempliamo aspetti importanti della persona di Cristo quale rivelatore definitivo di Dio. Egli è Colui che, dichiarato Figlio diletto del Padre nel Battesimo al Giordano, annuncia la venuta del Regno, la testimonia con le opere, ne proclama le esigenze. È negli anni della vita pubblica che il mistero di Cristo si mostra a titolo speciale quale mistero di luce. Affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno ‘compendio del Vangelo’, è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l’incarnazione e la vita nascosta di Cristo (misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (misteri della luce). Questa integrazione di nuovi misteri è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria».

Ed è così che abbiamo iniziato a meditare i misteri della luce accanto agli altri noti da secoli. Una bella novità che dà completezza alla contemplazione dei momenti essenziali di quella storia di salvezza in cui ogni fedele è coinvolto fin dal Battesimo. In tal modo si entra nella logica della terza linea del documento, che invita a entrare nella logica di quella espressione paolina: «Per me vivere è Cristo».

Misteri della luce: una bela novità

È lo stesso documento che ci presenta questa prospettiva di luce con le sottolineature che invitano ad una loro peculiare valorizzazione: «Passando dall’infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, ‘misteri della luce’. In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno. Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati: 1. nel suo Battesimo al Giordano, 2. nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana, 3. nell’annuncio del Regno di Dio con l’invito alla conversione, 4. nella sua Trasfigurazione e, infine, 5. nell’istituzione dell’Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale.

Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù. È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende nell’acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto. Mistero di luce è l’inizio dei segni a Cana, quando Cristo, cambiando l’acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all’intervento di Maria, la prima dei credenti. Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l’avvento del Regno di Dio e invita alla conversione, rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia, inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa. Mistero di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo ascoltino e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo. Mistero di luce è, infine, l’istituzione dell’Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando «sino alla fine» il suo amore per l’umanità, per la cui salvezza si offrirà in sacrificio.

In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell’altro della predicazione di Gesù e nulla dicono di un’eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell’istituzione dell’Eucaristia. Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo. «Fate quello che vi dirà»: è ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i ‘misteri della luce’».

Poco prima, nello stesso anno, veniva pubblicato il «Direttorio su pietà popolare e liturgia». Nel capitolo dedicato ai pii esercizi in onore della Vergine Maria troviamo alcuni paragrafi in cui tra l’altro si legge:

«Il Rosario o Salterio della Vergine è una delle più eccellenti preghiere alla Madre del Signore. Perciò «i Sommi Pontefici hanno esortato ripetutamente i fedeli alla recita frequente del santo Rosario, preghiera di impronta biblica, incentrata sulla contemplazione degli eventi salvifici della vita di Cristo, cui fu strettamente associata la Vergine Madre. E sono anche numerose le testimonianze di Pastori e di uomini di santa vita sul valore e sull’efficacia di tale preghiera». Il Rosario è una preghiera essenzialmente contemplativa, la cui recita «esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano all’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore».

«La Chiesa mostra la sua stima per la preghiera del santo Rosario proponendo un rito per la Benedizione delle corone del Rosario. Tale rito rileva il carattere comunitario della preghiera rosariana; in esso la benedizione delle corone si accompagna alla benedizione di coloro che meditano i misteri della vita, morte e risurrezione del Signore, perché «possano stabilire una perfetta sintonia tra preghiera e vita».

In conclusione, merita accogliere con attenzione le parole con cui si apre la Lettera apostolica di papa Woitjla: esse costituiscono un incoraggiamento a continuare a radicare nella tradizione perenne della Chiesa l’impegno del Rosario: «Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Nella sua semplicità e profondità, rimane, anche in questo terzo Millennio, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità. Essa ben s’inquadra nel cammino spirituale di un cristianesimo che, dopo duemila anni, non ha perso nulla della freschezza delle origini, e si sente spinto dallo Spirito di Dio a «prendere il largo» per ‘gridare’ Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come «la via, la verità e la vita», come «traguardo della storia umana, il fulcro nel quale convergono gli ideali della storia e della civiltà».

Il Direttore Spirituale

Prof. Don Manlio Sodi