La Sopportazione dei Difetti Altrui
Quei difetti che, in sé o negli altri, non riesce a eliminare se non in rarissimi casi, l’uomo li deve sopportare pazientemente, finché Dio non disponga in maniera diversa. Rifletti sulla eventualità che sia la cosa migliore per provare la tua pazienza, senza la quale assai poco valgono i nostri meriti.
Tuttavia, di fronte a ogni difficoltà, devi supplicare il Signore, affinché si degni di aiutarti a sopportare ogni cosa.
Se qualcuno da te ammonito, magari ripetutamente, non ti ascolta, non discutere con lui ma rimetti tutto al Signore, affinché da tutti i suoi servi siano celebrate la sua volontà e la sua gloria, poiché Egli sa come trasformare il male in bene. Cerca di essere paziente nel sopportare i difetti e le debolezze altrui, poiché anche tu hai molte cose che debbono essere sopportate dagli altri.
Se tu stesso non sei in grado di diventare quale vorresti, come puoi trasformare gli altri a tuo piacere? Vediamo volentieri la perfezione negli altri, però non riusciamo a correggere i nostri difetti; pretendiamo che gli altri si correggano, e tuttavia rifiutiamo di essere a nostra volta corretti. Ci ferisce la licenza altrui, ma non vogliamo che ci sia negato quanto chiediamo; vogliamo che gli altri si attengano alle regole e non tolleriamo per noi stessi la minima restrizione. Per tutto ciò appare chiaro, che raramente consideriamo il prossimo come noi stessi.
Se fossimo tutti perfetti, che cosa dovremmo sopportare dagli altri per amore di Dio? Egli in tal modo dispose le cose, affinché ciascuno impari a portare il peso dell’altro, poiché nessuno è senza difetti e senza aspetti sgradevoli, nessuno basta a se stesso o è sufficientemente saggio; e perciò è necessario che ci sopportiamo e ci confortiamo a vicenda, ma anche ci aiutiamo e ci consigliamo. Quali siano le nostre virtù, appare chiaramente
nei momenti di avversità: poiché le occasioni non rendono fragile l’uomo, ma possono dimostrare quanto egli valga.
Tommaso Da Kempis, Imitazione di Cristo