La Vita Monastica
È necessario che tu impari a mortificare te stesso in molti frangenti, se vuoi conservare la pace e la concordia con gli altri. Non è impegno di poco conto vivere in un monastero o in una congregazione, permanervi senza lamentele, perseverando fedelmente fino alla morte. Beato colui che ci vivrà degnamente, e serenamente vi trascorrerà la sua esistenza.
Se vuoi osservare i tuoi doveri e avanzare sulla via del bene, devi considerarti esule e pellegrino su questa terra. Come devi diventare umile per amore di Cristo, se vuoi vivere degnamente la vita religiosa. Contano poco l’abito e la tonsura: a fare il vero religioso sono il cambiamento dei costumi e la totale mortificazione delle passioni. Chi cerca altre cose, diverse da Dio e dalla salvezza della sua anima, non troverà altro che tribolazione e dolore. Non può inoltre godere di pace duratura colui, che non si sforza di essere inferiore a tutti e a tutti soggetto.
Sei entrato nella comunità per servire, non per governare. Sii consapevole di essere stato chiamato per patire e per faticare, non per oziare e chiacchierare. Qui dunque si provano gli uomini, come si prova l’oro nella fornace; qui nessuno può durare, se dal profondo del suo cuore non avrà voluto umiliarsi per amore di Dio.
Tommaso Da Kempis, Imitazione di Cristo