Approfondimenti

Epifania del Signore

L’Epifania (nome completo: Epifania del Signore) è una festa cristiana celebrata dodici giorni dopo il Natale, ossia per le Chiese occidentali il 6 gennaio, giorno che per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano corrisponde al 19 gennaio del computo civile.

Il termine deriva dal greco antico, verbo ἐπιφαίνω, epifàino (che significa “mi rendo manifesto”), dal sostantivo femminile ἐπιφάνεια, epifàneia (manifestazioneapparizionevenutapresenza divina). Sin dai tempi di San Giovanni Crisostomo il termine assunse una valenza ulteriore, associata alla Natività di Gesù Cristo.

Nelle Chiese cattolica, ortodossa e anglicana è una delle massime solennità celebrate ed è quindi istituita come festa di precetto. Nei Paesi in cui non è festività civile, viene spostata alla domenica tra il 2 e l’8 gennaio. È la festività che tradizionalmente conclude il tempo di Natale.

Giotto – Adorazione dei Magi (Fonte: Wikipedia)

Cenni storici

Il termine ἐπιφάνεια si utilizzava già dagli antichi greci per indicare l’azione o la manifestazione di una qualsiasi divinità (mediante miracoli, visioni, segni, ecc.).

Tito Flavio Clemente d’Alessandria, un padre della chiesa, che scrive alla fine del II secolo, attesta che le comunità cristiane d’Alessandria d’Egitto formate dallo gnostico Basilide (i “Basilidiani”) celebravano il battesimo di Gesù Cristo. Con esso celebravano anche l’Epifania come la “manifestazione del Signore al mondo”, il 15º giorno del mese di Tybi dell’antico calendario alessandrino, che corrisponderebbe al nostro 6 gennaio.
A partire dal III secolo circa, le comunità cristiane del Vicino Oriente associarono il termine Epifania ai tre segni rivelatori di Gesù Cristo. Essi sono l’adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù adulto nel fiume Giordano, e il primo miracolo di Gesù avvenuto a Cana.

Tuttavia, i primi cristiani di Gerusalemme non festeggiavano il Natale il giorno 25 dicembre. Un documento chiamato Itinerarium, opera della pellegrina Egeria, narrerebbe la suggestiva presenza di vescovi cristiani in visita a Betlemme la sola notte del 6 gennaio, più otto giorni di celebrazioni liturgiche successive a questa stessa data, e una festa della Resurrezione di Cristo in primavera.

Tuttavia la separazione tra la ricorrenza della adorazione dei Magi nella Natività e la ricorrenza del Battesimo di Gesù si fece probabilmente per non accavallare le date dei pellegrinaggi che partivano per il fiume Giordano e contemporaneamente presso Betlemme. Comunque, le considerazioni di Giovanni di Nikiu influenzarono Cirillo di Alessandria d’Egitto. Perciò anche le prime comunità Copte cominciarono a celebrare la Natività il giorno 25 dicembre.

Giovanni Crisostomo

Nel 386 d.C. Giovanni Crisostomo, in contrasto alle ricorrenze giudaiche, sostenne fermamente la celebrazione del Natale al 25 dicembre. Pertanto, sia le comunità cristiane di Antiochia, quindi della Tracia e dell’Anatolia, si adeguarono a tale data. La convinzione, forse forzata, dello stesso Crisostomo fu quella che, a sua interpretazione arbitraria dei Vangeli, il Battista fu concepito in settembre. Pertanto Gesù, di sei mesi più vecchio, fu concepito a marzo, e quindi nacque in dicembre. Tuttavia, alcuni storici come Erbes, darebbero le date liturgiche separate del Natale e dell’Epifania già come tacitamente pre-accordate già durante il Concilio di Nicea del 325 d.C..

Certo è che, sia il Crisostomo, che un altro famoso Padre della Chiesa, San Girolamo, sostennero che, se il Signore si manifestò in Gesù bambino a Betlemme, Egli si rese veramente pubblico trent’anni dopo, nel Gesù adulto del Giordano. Pertanto, già sul finire del IV secolo, adorazione dei Magi e Battesimo di Gesù divennero due ricorrenze separate.

San Epifanio di Salamina

L’“Epifania” intesa come solo Battesimo di Gesù fu riconfermata dal teologo (San) Epifanio Salamina di Costanza di Cipro d’Oriente, uno dei Padri della Chiesa Cattolica. Essa doveva ricadere 12 giorni dopo la ricorrenza del Natale, questo probabilmente per assorbire gli antichi simbolismi del numero 12 nei precedenti riti pagani del Sol Invictus. Il battesimo di Gesù avvenne poco prima dell’inizio del suo ministero all’età di circa 30 anni. Fu ad opera di Giovanni Battista come riportato nei vangeli Mat. 3.13-17, Luc. 3.2; Mar 1.9-11; Giov 1.32-34.

Il problema delle date si restrinse solo più nell’adattamento ai vari tipi di calendari. Un antico documento, il Cronografo del 354 di Furio Dionisio Filocalo, citava tutte le ricorrenze romano-cristiane dopo il Concilio di Nicea del 325 d.C., compresa l’Epifania. Nel 46 però, Giulio Cesare introduceva il calendario giuliano e, a causa di complessi calcoli, quello giuliano risultava sfasato di esattamente 13 giorni più avanti rispetto a quello più recente gregoriano, adottato nel mondo occidentale cattolico dall’anno 1582.

Invece, gli Ortodossi della Chiesa d’Oriente di rito Bizantino, chiamati anche “Cristiani Ortodossi di Vecchio Calendario (o di Calendario Giuliano)”, celebrano l’Epifania il 19 gennaio del nostro calendario, e la chiamano Teofania (=manifestazione di Dio). Mentre il “loro” Natale cade il 7 gennaio. Inoltre, la suddetta Teofania di Calendario Giuliano si celebra come la sola Commemorazione del Battesimo di Gesù nel Fiume Giordano. Per la Chiesa di rito romano, madre dell’attuale Cattolicesimo, l’Epifania doveva cadere il 6 gennaio del calendario gregoriano, commemorando la “manifestazione” del Signore attraverso il segno rivelatore dell’adorazione dei Magi a Betlemme. Il Battesimo di Gesù, invece, doveva essere separato, e cadere quindi nella domenica immediatamente successiva al 6 gennaio. Sempre nello stesso periodo, per le sole Chiese romane, l’adorazione dei Magi fu fatta coincidere col 6 gennaio piuttosto che col 25 dicembre, sebbene le due ricorrenze commemorino sempre la stessa manifestazione di Betlemme.

Per alcuni paesi cristiani in cui l’Epifania non era istituita come festa di precetto, questa si celebrava il lunedì coincidente o successivo al 6 gennaio. Inoltre, in passato, il Battesimo di Gesù si celebrava in un giorno fisso, detto l’“ottava di Epifania”, e cioè 8 giorni dopo la notte dell’Epifania, data mobile o fissa che fosse.
Esisteva poi, una forma extra-ordinaria del rito romano per la quale non era prevista una festa solenne del Battesimo del Signore. Si leggeva semplicemente il Vangelo relativo all’episodio del Battesimo nel giorno dell’ottava di Epifania.
La ricorrenza del Battesimo di Gesù conclude tutto il periodo natalizio dell’anno liturgico cattolico romano.

Liturgia

Nelle Chiese orientali

Nelle Chiese cristiane ortodosse (dove è seguito il calendario giuliano), il 7 gennaio si celebra la Nascita di Gesù, a causa di una differenza di tredici giorni fra calendario gregoriano, in uso in occidente dal 1582, e il calendario giuliano precedente, ancora in uso in certe chiese ortodosse. Di conseguenza l’Epifania è celebrata il 19 gennaio.

Nella Chiesa latina

Nella forma ordinaria del rito romano, successiva alla riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, l’Epifania è parte del tempo di Natale, cade di norma il 6 gennaio e ha grado di solennità, come lo stesso Natale e il 1º gennaio, giorno di Maria Santissima Madre di Dio. Nei paesi in cui l’Epifania non è festa di precetto, essa si celebra nella domenica che cade tra il 2 e l’8 gennaio.

Nella forma straordinaria del rito romano l’Epifania dà inizio al Tempo d’Epifania, un periodo del calendario liturgico della durata di otto giorni, tuttora presente nella chiesa anglicana e in diverse chiese protestanti. Esso consiste nelle seguenti domeniche e festività:

  • 6 gennaio: Epifania del Signore: Ecce, advenit dominator Dominus
  • I domenica dopo l’Epifania: festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe: Exsultat gaudio pater Iusti
  • 13 gennaio: commemorazione del Battesimo di nostro Signore Gesù Cristo: Ecce, advenit dominator Dominus

 

 

 

Fonte: Wikipedia