Commento al Vangelo, 4 dicembre 2022 – Mt 3,1-12
Ciò che colpisce in questo brano è che al battesimo di Giovanni Battista accorrono molti farisei e sadducei. Giovanni Battista era in forte polemica con la struttura ecclesiastica del tempo.
Perché dunque andavano da lui a farsi battezzare? Non avevano forse già la legge, il culto, il tempio? Giovanni non era un frequentatore del tempio. Per lui c’era qualcosa di più importante del tempio e del puro rispetto della legge. Se non fosse stato così, anche lui sarebbe stato un buon fariseo, avrebbe lasciato il deserto e sarebbe andato a vivere a Gerusalemme, avrebbe frequentato il tempio, visto che per di più apparteneva alla classe sacerdotale.
Per Giovanni Battista il centro della religione non è la legge, ma un cuore umile e fiducioso secondo la più genuina tradizione profetica. È questo che ci avvicina a Dio.
Questa era la conversione che predicava: quella del cuore. Ciò che conta è avere un cuore che dipende da Dio, che sa attendere il suo intervento e che sa invocare umilmente il suo aiuto. La vera religione consiste non nel fare qualcosa di buono, ma fondamentalmente nel saper attendere il Signore che ci viene incontro, senza preoccuparsi di quello che possiamo o non possiamo fare. Il pensiero del Vangelo è saper attendere il Signore che viene. Questo significa mettere in atto non tanto l’osservanza della legge, ma l’attesa fiduciosa perché siamo amati da Dio.
Questo era infatti il messaggio di Giovanni Battista: verrà il Messia che battezzerà in Spirito Santo e fuoco e che porterà in dono una vita nuova.
Così predicando Giovanni Battista prepara un popolo che sa attendere con gioia, un popolo pieno di speranza.
Quando ci aggrappiamo alla legge, si uccide la speranza, ma quando si attende allora si spera nella novità. Ciò che conta è l’atteggiamento di attesa del Signore che viene perché quando viene, porta sempre con sé una benedizione. E poi, l’attesa ci apre alla preghiera e crea pace nelle relazioni, perché ciò che verrà toccherà il cuore di tutti.
Non scoraggiamoci, dunque, di quello che siamo, delle difficoltà della vita, ma con la preghiera attendiamo Colui che certo verrà con la sua benedizione. Attendiamo alzando le nostre mani al
Cielo certi che lo Spirito trasformerà i nostri cuori e ci scopriremo fratelli e sorelle che si sanno amare, accogliere e perdonare.
Il vero cambio sta in questo atteggiamento di attesa: mani alzate per invocare la benedizione del Signore e braccia aperte per accogliere i fratelli.
Questo è il cuore del Vangelo, come predicava Giovanni Battista.