Come salutare la Gloriosa Vergine [3/4]
9) Poiché la mia vita è fragile e labile a causa di tutti i miei eccessi, di tutte le mie negligenze, di tutti i pensieri vani, immondi e perversi, volesse il cielo che tutti i beati spiriti e le anime dei giusti, con purissima devozione e ardentissima preghiera, ti rivolgessero, o Beatissima Vergine Maria, e ripetessero cento volte in tuo onore l’altissimo saluto, con cui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo vollero per primi salutarti per mezzo dell’angelo. In qualche maniera troverei così un incenso degno di odore soave, poiché in me non c’è nulla di buono e nulla che meriti ricompensa.
10) Ma ora mi prostro davanti a te, spinto da sincera devozione; e, tutto acceso da venerazione per il tuo nome soave, ti ripeto la gioia di quel saluto nuovo, mai udito fino allora, quando l’arcangelo Gabriele, mandato da Dio, entrò nei penetrali della tua stanza e, piegando con riverenza le ginocchia, ti rese onore dicendo: «Ave, piena di grazia, il Signore è con te». Questo saluto, secondo il prezioso costume dei fedeli e per quanto possa con labbra pure, desidero rivolgerti io; come desidero dal profondo del cuore, che te lo rivolgano allo stesso modo tutte le creature: «Ave, Maria, piena di grazia. Il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù Cristo. Amen».
11) Questo è il saluto angelico, composto su ispirazione dello Spirito Santo, del tutto congruo con la tua dignità e la tua santità. È una preghiera povera di parole, ma ricca di misteri. Breve come discorso, ma profonda come contenuto; dolce più del miele e preziosa più dell’oro, da ripetersi frequentissimamente con tutto il cuore, devotamente e con labbra pure, perché, risultando di pochissime parole, si diffonde in un torrente amplissimo di celeste soavità.
12) Ma guai a coloro che se ne infastidiscono, che pregano senza devozione, che non riflettono sulle parole preziose più dell’oro, che non ne gustano le coppe di miele, che tante volte recitano l’Ave Maria senza attenzione e riverenza. O dolcissima Vergine Maria, preservami da una così grave negligenza e disattenzione, perdona il mio passato disimpegno. Sarò più devoto, più fervoroso e più attento nel dire l’Ave Maria, in qualunque luogo possa io trovarmi.
Tommaso da Kempis, Imitazione di Maria