Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 28 giugno – San Paolo I

Paolo I è stato il 93º Papa della Chiesa cattolica, dal 29 maggio 757 alla sua morte. La Chiesa cattolica, che ne celebra la memoria il 28 giugno, lo venera come santo.

Biografia

La sua prima apparizione pubblica fu in qualità di diacono a Roma. Era spesso incaricato da suo fratello e predecessore sul Soglio pontificio, papa Stefano II. Gli incarichi riguardavano i negoziati diplomatici con i re longobardi e a Costantinopoli.

Alla morte di Stefano, il 26 aprile 757, coloro i quali desideravano una continuazione delle politiche del papa precedente scelsero Paolo come suo successore. Contemporaneamente il partito filo-bizantino, ancora presente a Roma, voleva l’elezione dell’arcidiacono Teofilatto. La lotta durò poco, e la consacrazione di Paolo avvenne il 29 maggio.

Il primo atto ufficiale fu la comunicazione della propria elezione al re franco Pipino il Breve. Serviva a ribadire la sua decisione di affidarsi alla protezione del re dei Franchi. Correttezza avrebbe voluto che la comunicazione arrivasse all’imperatore Costantino V.  Pipino evidentemente conosceva le tensioni e le opposizioni al papa. Quindi nella risposta di felicitazioni si preoccupò di esortare il popolo e la nobiltà romana alla fedeltà a San Pietro. Fu sufficiente perché i Romani confermassero il riconoscimento del papa come loro signore e il re franco come suo protettore.

L’alleanza con i Franchi doveva mantenersi inalterata perché l’atteggiamento del re longobardo Desiderio metteva in pericolo l’autonomia del giovane Stato della Chiesa. Costui infatti, lungi dal consegnare le città che, appena eletto, donò a papa Stefano II, manteneva ancora il controllo di Imola, Osimo, Bologna e Ancona. Anzi, intraprese una campagna militare che gli consentì, nel 758, di riconquistare i ducati di Spoleto e Benevento. Entrambi si ribellarono forse proprio per istigazione di Paolo, per trovare altre motivazioni per invocare l’intervento di Pipino il Breve.

Nonostante la situazione tesa, Paolo invitò comunque Desiderio a Roma (763). Era un tentativo per mantenere i buoni rapporti e nella speranza di ottenere le città promesse. Su questo punto il re rimase vago, e anzi pregò il papa di intercedere presso il re franco. L’obiettivo era la restituzione degli ostaggi che il precedente re longobardo Astolfo dovette consegnare dopo la sconfitta subita. Paolo non indugiò e scrisse immediatamente in tal senso al re franco. Ma gli inviò però contemporaneamente anche una lettera segreta in cui lo invitava ad intervenire in Italia contro i Longobardi e lo sollecitava a non riconsegnare gli ostaggi.

Pipino reputò comunque più opportuno mantenere buone relazioni con i Longobardi, quindi stabilì che i ducati di Spoleto e di Benevento dovessero rimanere fuori dell’influenza della Santa Sede. Solo successivamente, il re franco diede al papa il suo appoggio e agì come arbitro tra le rivendicazioni di Roma e le pretese dei Longobardi. Nel 765 infatti i privilegi papali vennero ripristinati nella Tuscia, nel territorio beneventano e in parte anche a Spoleto.

Comunque l’imperatore bizantino non aveva perso le speranze di riacquistare i territori d’Italia che i Longobardi gli avevano tolto e in parte passato alla Chiesa. Nel 762 ambasciatori del papa e del re dei Franchi furono ricevuti a Costantinopoli. Ma nonostante i sospetti di Paolo che Costantino V volesse rovesciare l’alleanza tra Roma e Pipino per volgere l’influenza dei Franchi in favore dei Longobardi, l’imperatore preferì rimanere in attesa degli eventi.

Non mancò tuttavia di provocare Roma dal punto di vista dottrinale. Nel concilio indetto a Hierìa nel 754 ribadì la condanna del culto delle immagini. Ciò avvenne sebbene il pontefice avesse inviato invano messaggeri per chiedere di desistere dalla persecuzione degli “iconoduli”. Costantino mandò poi emissari a Pipino nel tentativo di convincerlo a condividere quelle decisioni. Stava tentando dunque, come il papa temeva, di concludere un’alleanza, se non politica, almeno sul piano religioso. Ma il re non si lasciò convincere. Anzi, rinnovò a Paolo l’assicurazione della sua ortodossia e in un concilio indetto a sua volta nel 767 a Gentilly si espresse contro l’iconoclastia.

Paolo si adoperò quindi nel sostegno dei perseguitati, accogliendone molti a Roma. Mise inoltre a disposizione dei monaci greci esiliati da Costantino V il monastero dei Santi Stefano e Silvestro. Di rilievo l’attività edilizia religiosa con l’edificazione, tra l’altro, della Chiesa di San Silvestro in Capite e annesso convento.

Paolo morì a Roma il 28 giugno 767, e fu sepolto nell’oratorio della Beata Vergine, da lui edificato in Vaticano.

Nonostante le opere caritatevoli a lui attribuite dal Liber Pontificalis, il popolo e soprattutto la nobiltà e il clero romano non amarono particolarmente il suo governo. Essi infatti non aspettavano altro che la sua morte per riprendere in mano un potere che Paolo aveva tolto loro con durezza.

Papa Paolo I – Fonte Wikipedia

Culto

Così il Martirologio romano lo ricorda: «28 giugno – A Roma, san Paolo I, papa, che, uomo mite e misericordioso, si aggirava di notte in silenzio per le celle dei poveri infermi, servendo loro degli alimenti. Difensore della retta fede, scrisse agli imperatori Costantino e Leone, perché le sacre immagini fossero restituite alla primitiva venerazione. Devoto cultore dei santi, trasferì tra inni e cantici i corpi dei martiri dai cimiteri in rovina in basiliche e monasteri all’interno della Città e ne curò il culto.»

 

 

Fonte: Wikipedia