Santo del giorno, 5 settembre – Santa Teresa di Calcutta
Madre Teresa di Calcutta, al secolo Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, per la Chiesa cattolica Santa Teresa di Calcutta per il culto tributatole, e spesso nota semplicemente come Madre Teresa, è stata una religiosa albanese naturalizzata indiana di fede cattolica, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della carità.
Il suo lavoro instancabile tra le vittime della povertà di Calcutta l’ha resa una delle persone più famose al mondo e le valse numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Nobel per la Pace nel 1979. Papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata beata il 19 ottobre 2003 e papa Francesco l’ha proclamata santa il 4 settembre 2016.
Biografia
La giovinezza e l’arrivo in India
Nacque il 26 agosto 1910 a Skopje, Vilayet del Kosovo, nell’Impero ottomano (odierna capitale della Macedonia del Nord). La sua era una benestante famiglia di genitori albanesi originari del Kosovo.
Nel 1928, a diciotto anni, decise di prendere i voti entrando come aspirante nelle Suore di Loreto. Si trattava di un ramo dell’Istituto della Beata Vergine Maria che svolgeva attività missionarie in India.
Nel gennaio 1929 raggiunse l’India dove, dopo una breve sosta a Calcutta, venne inviata nel Darjeeling, alle pendici dell’Himalaya, per completare la sua preparazione. Qui si fermò due anni, studiando le lingue inglese e bengalese e insegnando nella scuola annessa al convento. Svolse anche un’attività come aiuto-infermiera che la mise in contatto con la realtà dei malati e dei poveri. Il 24 maggio 1931, prese i voti temporanei, assumendo il nome di Maria Teresa, ispirandosi a santa Teresa di Lisieux.
Gli anni di insegnamento a Calcutta
Dopo aver preso i voti, Teresa lasciò Darjeeling e raggiunse Calcutta, dove per i successivi 17 anni visse e lavorò presso il collegio cattolico di Saint Mary’s High School del sobborgo di Entally, frequentato soprattutto dalle figlie dei coloni britannici. Insegnava storia e geografia e poté studiare la lingua hindi. La regola delle Suore di Loreto non le consentiva di allontanarsi dal convento ma, grazie alle attività di volontariato svolto da alcune sue alunne ebbe modo di prendere sempre maggiore consapevolezza delle terribili condizioni di vita negli slum di Calcutta, e in particolare in quello di Motijhil, confinante con la scuola.
Nel 1937 si recò a Darjeeling per pronunziare i voti perpetui. Divenne così Madre Teresa, nome che mantenne per il resto della vita.
Tornata a Calcutta, assunse progressivamente diverse responsabilità organizzative, fino a essere nominata, nel 1944, direttrice della scuola.
La “chiamata nella chiamata”
Nell’agosto del 1946 Calcutta fu teatro di scontri sanguinosi tra diverse fazioni indipendentiste, note come Great Calcutta Killing. La città fu paralizzata per diversi giorni e Madre Teresa, uscita dal collegio per trovare del cibo, rimase impressionata dalla devastazione che ebbe modo di vedere. In lei cominciò quindi a maturare una profonda riflessione interiore che l’avrebbe condotta presto alla svolta decisiva della sua vita.
La sera del 10 settembre partì in treno per recarsi a Darjeeling, dove doveva svolgere dieci giorni di esercizi spirituali. Come lei stessa ricostruirà più tardi, fu proprio in quella notte di viaggio, a contatto con condizioni di povertà estrema, che lei ebbe una “chiamata nella chiamata”.
Madre Teresa decise quindi di uscire dal convento e mettersi al servizio dei “più poveri tra i poveri”, come si sentiva ora chiamata a fare.
Le Missionarie della carità
Nel 1950, Madre Teresa fondò la congregazione delle Missionarie della carità, la cui missione era quella di prendersi cura dei “più poveri dei poveri” e di tutte quelle persone che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società, tutte quelle persone che sono diventate un peso per la società e che sono fuggite da tutti. Le prime aderenti furono dodici ragazze, tra cui alcune sue ex allieve alla Saint Mary. Stabilì come divisa un semplice sari bianco a strisce azzurre, pare fu scelto da Madre Teresa perché era il più economico fra quelli in vendita in un piccolo negozio ma soprattutto perché aveva i colori della casta degli intoccabili, la più povera dell’India.
Il numero di persone che desideravano seguire l’esempio di Madre Teresa crebbe rapidamente, tanto che le stanze messe inizialmente a disposizione da Gomes si rivelarono presto inadeguate. Nel febbraio 1953 le suore poterono quindi spostarsi in una nuova sede a 54A Lower Circular Road, messa a loro disposizione dall’arcidiocesi di Calcutta, che ospita tuttora la casa madre delle Missionarie della carità. Lo stile di vita voluto da Madre Teresa, ispirato in parte a san Francesco, prevedeva un’austerità rigorosa, in linea con la condizione di vita dei poveri e con la necessità di preservare gli ideali del nuovo ordine.
La fama mondiale e l’espansione internazionale dell’Ordine
Per dieci anni Madre Teresa operò solo nel territorio di Calcutta: nel 1959 aprì infine una nuova struttura a Ranchi, nello stato indiano dello Jharkhand.
Nel febbraio 1965, papa Paolo VI concesse alle Missionarie della carità il titolo di “congregazione di diritto pontificio” e la possibilità di espandersi anche fuori dall’India. Il 26 luglio 1965 a Cocorote, in Venezuela, venne quindi aperta la prima casa della congregazione fuori dall’India. Seguì, l’8 dicembre 1967, l’avvio di un centro a Colombo (Sri Lanka). Fu poi la volta di sedi in Africa, America, Asia ed Europa nel corso degli anni settanta, ottanta e novanta.
Nel frattempo, la fama di Madre Teresa cresceva anche grazie alla crescente attenzione che la sua attività riceveva da parte dei media.
L’Ordine si ampliò con la nascita di un ramo contemplativo e di due organizzazioni laicali, aperte cioè anche ai laici. Per i Collaboratori di Madre Teresa, la fondatrice volle mettere in luce la natura non confessionale dell’iniziativa, aperta a persone “di tutte le religioni e tutte le denominazioni”. Nel 1981 fu fondato il movimento Corpus Christi aperto ai sacerdoti secolari.
Nel corso degli anni ottanta nacque l’amicizia tra papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa, i quali si scambiarono visite reciproche. Grazie all’appoggio di papa Wojtyła, Madre Teresa riuscì ad aprire ben tre case a Roma, fra cui una mensa nella Città del Vaticano dedicata a Santa Marta, patrona dell’ospitalità. Negli anni novanta, le Missionarie della Carità superarono le quattromila unità con cinquanta case sparse in tutti i continenti.
Il Premio Nobel per la pace
Nel 1979 Madre Teresa ottenne il Premio Nobel per la Pace. Tra le motivazioni, venne indicato il suo impegno per i più poveri tra i poveri e il suo rispetto per il valore e la dignità di ogni singola persona.
Madre Teresa rifiutò il convenzionale banchetto cerimoniale per i vincitori, e chiese che i 6000 dollari di fondi fossero destinati ai poveri di Calcutta, che avrebbero potuto essere sfamati per un anno intero: “le ricompense terrene sono importanti solo se utilizzate per aiutare i bisognosi del mondo”.
Il 13 marzo 1997 lasciò definitivamente la guida delle Missionarie della carità, alla cui guida subentrò suor Nirmala Joshi. A marzo incontrò papa Giovanni Paolo II per l’ultima volta, prima di rientrare a Calcutta dove morì il 5 settembre seguente, all’età di 87 anni.
Il processo di canonizzazione
Con una deroga speciale Giovanni Paolo II fece aprire il processo di beatificazione a soli due anni dalla sua morte. La procedura si concluse nell’estate del 2003 e la proclamazione avvenne il 19 ottobre successivo.
L’arcidiocesi di Calcutta aprì il processo per la canonizzazione già nel 2005. Il 17 dicembre 2015 papa Francesco ha promulgato il decreto circa il miracolo attribuito all’intercessione della beata Teresa di Calcutta, ultimo passo richiesto per la sua canonizzazione e nel concistoro del 15 marzo 2016 ha firmato il decreto di canonizzazione. La canonizzazione è poi avvenuta il 4 settembre successivo.
Fonte: Wikipedia