Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 21 aprile – Sant’Anselmo D’Aosta

Anselmo d’Aosta è stato un teologo, filosofo e arcivescovo cattolico franco, considerato tra i massimi esponenti del pensiero medievale di area cristiana. Anselmo è noto soprattutto per i suoi argomenti a dimostrazione dell’esistenza di Dio. Specialmente il cosiddetto argomento ontologico ebbe una significativa influenza su gran parte della filosofia successiva.

Nato da una nobile famiglia di Aosta, se ne allontanò poco più che ventenne per seguire la vocazione religiosa. Divenne monaco nell’abbazia di Notre-Dame du Bec e, grazie alle sue qualità di uomo di fede e fine intellettuale ne divenne presto priore, e quindi abate.

Si rivelò un abile amministratore e, avendo intrattenuto alcune relazioni con il regno d’Inghilterra, all’età di 60 anni ricevette l’importante carica di arcivescovo di Canterbury. Negli anni successivi, sotto il regno di Guglielmo II, poi di Enrico I, ricoprì un ruolo rilevante nella lotta per le investiture. In tale lotta erano contrapposti i sovrani d’Inghilterra e il papato.

Grazie al suo lavoro politico e diplomatico la questione si risolse con un compromesso piuttosto vantaggioso per i religiosi. Questo avvenne in accordo con il programma riformista gregoriano e finalizzato a garantire alla Chiesa l’autonomia dal potere politico.

La riflessione filosofica e teologica di Anselmo si articolò su diversi problemi. Dimostrazioni a priori e a posteriori dell’esistenza di Dio, indagini sui suoi attributi, analisi di questioni di dialettica e di logica sulla verità e sulla conoscibilità di Dio. Studiò inoltre i problemi dottrinali come quello circa la Trinità o quelli legati al libero arbitrio, al peccato originale, alla grazia e in generale al male.

Incisione della prima metà del XVI secolo raffigurante Anselmo d’Aosta (Fonte: Wikipedia)

Nella riflessione di Anselmo la ragione svolge un ruolo di fondamentale importanza. Nella concezione anselmiana del rapporto che dovrebbe sussistere tra la ragione e la fede, la ricerca razionale ha un posto rilevante.

Anselmo riteneva che il presupposto di ogni sapere dovesse essere necessariamente la fede nella rivelazione delle sacre scritture. Pensava, quindi, che si dovesse credere per comprendere piuttosto che comprendere per credere. In altre parole sosteneva, ispirandosi alle parole di Isaia (7, 9) «se non hai fede, non capirai», che il fondamento di ogni conoscenza dovesse provenire dalla fede. Il lavoro della ragione, volto all’approfondimento e alla comprensione dei dogmi, secondo Anselmo, poteva innestarsi solo sulla fede.

Anselmo tuttavia riponeva grande fiducia nella capacità della ragione di portare avanti con successo questo suo ruolo di chiarificazione e comprensione dei dati di fede. Per lui esistevano dogmi non suscettibili di esatta comprensione razionale, come ad esempio quello della Trinità, ma riteneva che fosse ugualmente possibile raggiungere, tramite ragionamenti per analogia, una parziale comprensione di tali dogmi. Inoltre riteneva che fosse possibile provare razionalmente la necessità di abbracciarli.

Una significativa espressione anselmiana, che può essere considerata il suo motto filosofico, è «la fede in cerca della comprensione». Con ciò Anselmo intendeva riaffermare la priorità della fede e, parallelamente, l’opportunità di tentare di rischiarare i contenuti della rivelazione per mezzo della riflessione razionale, senza che la ragione prendesse il posto della fede e senza che la fede soffocasse la ragione.

Nella concezione anselmiana della fede aveva molta importanza la dimensione affettiva (cioè legata all’ambito della volontà). L’amore di Dio che alimenta la fede è in gran parte assimilabile a un amore per la conoscenza di Dio stesso, e dunque viene attribuita una notevole importanza alla ragione, in quanto veicolo di questa ricerca di conoscenza.

Anselmo venne canonizzato nel 1163 e proclamato dottore della Chiesa nel 1720 da papa Clemente XI (1649–1721).

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