Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 11 agosto – Santa Chiara d’Assisi

Chiara d’Assisi, nata Chiara Scifi, è stata una religiosa italiana, collaboratrice di Francesco d’Assisi e fondatrice dell’ordine delle Clarisse. Nel 1255 da Alessandro IV la canonizzò come santa Chiara nella cattedrale di Anagni. Il 17 febbraio 1958 fu dichiarata da Pio XII santa patrona della televisione e delle telecomunicazioni.

Giovinezza

Chiara nasce dal conte Favarone di Offreduccio degli Scifi e da Ortolana, entrambi appartenenti ai “boni homines” (classe nobile) di Assisi.

La ragazza, intenzionata a ritirarsi dal mondo e consacrarsi al Signore, chiese a Francesco come prendere i voti.

Francesco le suggerisce di fissare un giorno per fuggire da casa. Chiara, lasciata casa, arriva a Santa Maria della Porziuncola, dove la attendono i frati francescani con le fiaccole accese. Chiara, sposa di Cristo, evoca la parabola delle vergini prudenti che escono incontro allo sposo che giunge a mezzanotte.

Compiuto il rito, i frati le tagliano capelli rendendola una penitente.

Dopo il taglio dei capelli Chiara andrà a San Paolo delle Abbadesse, nel territorio di Bastia Umbra, dalle monache benedettine di clausura. Qui non vi era intenzione di restarvi, ma solo di rimanervi finché Francesco non avesse trovato una sistemazione definitiva.

Tentato rapimento di Chiara

Dopo pochi giorni dal suo trasferimento i famigliari di Chiara la vennero a cercare. Chiara non soltanto aveva rinunciato ad aiutare la sua famiglia con un matrimonio programmato, ma, essendosi convertita senza una dote, aveva tradito la propria origine aristocratica. Senza dote Chiara non sarebbe mai potuta diventare una monaca da coro, istruita e dedita ad occuparsi di letteratura negli uffici liturgici. Il suo unico ruolo sarebbe stato quello di serviziale: monaca ‘serva’ addetta agli umili lavori manuali. Questa era un’onta agli occhi dei suoi famigliari.

I parenti tentarono di portare via con la forza Chiara, episodio confermato da Beatrice, sorella carnale di Chiara. I famigliari arrivano a San Paolo per prenderla e riportarla a casa. Ricorrono alla violenza “impetuosa”, a lusinghe, promesse e a “trame avvelenate” pur di dissuaderla dalla vita che stava cercando di intraprendere, ma lei non desiste. Aggrappatasi al tavolo fa resistenza ai suoi parenti che tentano di trascinarla via. A questo punto lei si scopre il capo mostrando il suo stato di penitente. Così i suoi parenti prendono atto che, giunta a quel punto ormai era al di fuori della giurisdizione famigliare.

Chiara si trasferì a S. Angelo di Panzo con Agnese, sua sorella.

Santa Chiara, affresco di Giotto (Fonte: Wikipedia)

San Damiano

Mentre Chiara ed Agnese passavano da un monastero all’altro, Francesco e i suoi confratelli mettevano a posto un piccolo alloggio vicino alla chiesa di San Damiano.

La Chiesa in quel periodo riteneva che la spiritualità femminile si dovesse esprimere esclusivamente con la clausura, staccandosi completamente dal mondo. E perché le donne potessero dedicarsi esclusivamente alla preghiera e alla penitenza, avevano necessità di una rendita derivante da proprietà, ed era quindi impossibile che la chiesa concepisse un monastero femminile interamente dedito alla povertà.

Nei primi anni di San Damiano, Chiara si sentiva parte della comunità Francescana. Nel 1215 il IV Concilio di Laterano vietava l’istituzione di nuove regole. Di fronte a questo Chiara fu costretta ad accettare una regola già esistente, la regola Benedettina. Questo comportava il piegarsi accettando l’ufficio di badessa del monastero. Questo ruolo significava essere alla guida di una comunità di monache e di abbracciare la clausura. L’adesione alla regola benedettina le imponeva di accettare le rendite feudatarie e quindi di venir meno al principio di povertà assoluta tanto caro alla regola Francescana. Chiara fino ad allora aveva potuto applicare la regola benedettina ‘mitigata’, grazie alla presenza di Francesco, il cui supporto però venne a mancare quando lui si imbarcò per il viaggio in Marocco intorno al 1214-1215. Con Francesco lontano, Chiara capì che il precetto della povertà non era più al sicuro, e che doveva fare qualcosa per continuare a mantenerlo di fronte alle costrizioni della santa sede. Chiara ottenne nel 1216 da Innocenzo III il permesso di non essere mai costretta a ricevere possedimenti e lasciti per il sostegno delle suore.

Allontanamento di Francesco

Nel 1226 Francesco morì. La sua rapidissima canonizzazione porta Gregorio IX, cardinale Ugolino divenuto Papa nel 1227, ad Assisi. Il Papa fece visita a Chiara nel tentativo di conformare la regola delle comunità femminili a quella dei Benedettini. Di conseguenza, anche a tutte le altre comunità/monasteri che si ispiravano a San Damiano seguendo la formula vivendi di Francesco d’Assisi. Ci fu uno scontro fra il Papa e Chiara. Il primo cercava di convincerla a possedere qualche bene, la seconda rifiutava categoricamente. Chiara non si piegò, ed ottenne dal pontefice il rinnovo del “privilegio dell’altissima povertà” per San Damiano e per alcuni monasteri che lo avevano chiesto.

La corrispondenza con Agnese di Boemia

Nel 1233 Agnese, figlia del re di Boemia, dopo aver rifiutato proposte di matrimonio regali, volle fondare un ospedale gestito dai francescani ed un monastero di suore di ispirazione francescana e boeme. Durante la Pentecoste nel 1234, Agnese prese i voti.

Chiara iniziò con lei una corrispondenza di cui rimangono solo quattro lettere. Queste ci fanno intendere una profonda amicizia legata dal medesimo progetto di vita. Con i tentativi del Papa di negare il diritto a non possedere beni, Agnese e Chiara resistettero e lottarono costantemente per mantenere il principio di povertà comune.

La regola

Inizio della regola

Tenendo conto delle direttive Papali del passato e delle regole dei frati minori, la futura santa ribadì la proibizione di possedere qualsiasi proprietà. Purtroppo non si hanno dati certi di quando la scrittura di questa regola sia iniziata e per quanto tempo sia durata. Conscia che la regola da lei scritta potesse non venire accettata, Chiara decise di scrivere anche un testamento in parallelo. Grazie a questo, le sorelle si sarebbero avvalse di una guida, meno autorevole, ma pur sempre normativa.

Il sedici settembre del 1252, il cardinale Rinaldo di Ienne con la “Quia vos” approvò la regola di Chiara. Mancava ancora l’approvazione del Papa, che arrivò il nove agosto del 1253, a pochi giorni dalla morte di Chiara, con la bolla “Solet annuere”. In sostanza il Papa concesse ben poco, perché il cardinale Rinaldo di Ienne aveva previsto l’approvazione solo per il monastero di San Damiano. Innocenzo IV approvò “ad personas” la regola, in modo che fossero tutelate solo le compagne di Chiara. Questo non prevedeva così alcun futuro per le altre suore. L’undici agosto del 1253 Chiara morì ad Assisi.

La regola dopo la morte di Chiara

La bolla originale di Innocenzo IV fu ritrovata fra le vesti della santa nel 1893 dalla Badessa di Assisi Matilde Rossi. Dato che fu baciata dalla santa più volte, fu trattata come reliquia.

Venne poi copiata dalla sorelle di Chiara, ed ebbe una discreta diffusione nel 1381-1447. Dopo la morte di Chiara, Agnese di Boemia chiese ancora la possibilità di seguire la regola dell’amica e finalmente fu accontentata.

Nel 1263 Urbano IV attraverso una nuova regola vincolava tutte le francescane alla clausura dividendo le “sorores” e le “servitiales” con abiti diversi.

Ad Assisi le sorelle avevano ottenuto di poter continuare a seguire la regola di Chiara, mettendosi però al di fuori dell’Ordine di Santa Chiara. Venne costruita e consacrata nel 1265 una splendida Basilica a lei dedicata. Per colpa di questa le suore furono costrette ad accettare donazioni.

Infine nel 6 maggio del 1288 Niccolò IV, primo Papa francescano, con la “Devotionis vestrae praecibus”, sancì il definitivo abbandono del “privilegium paupertatis” a cui Chiara teneva tanto. A dimostrazione di ciò abbiamo negli affreschi della Basilica superiore dedicati a Francesco, una chiesa di San Damiano trasfigurata. Una grande e ricca chiesa con facciate in marmo, intagli, sculture, in totale contraddizione con i principi delle monache di San Damiano.

Piero della Francesca, Santa Chiara (Fonte: Wikipedia)

Chiese

La principale chiesa dedicata a Chiara è la basilica di Santa Chiara ad Assisi, dove le sue spoglie sono conservate. L’unica cattedrale dedicata alla Santa, invece, si trova nella città di Iglesias.

Le Clarisse

Le Clarisse sono le religiose dei numerosi istituti religiosi femminili derivati dalle comunità fondate dai santi Francesco e Chiara ad Assisi nel 1212. Diversi sono gli ordini nati nel tempo:

  • Monache Clarisse, che seguono la regola di santa Chiara, approvata da papa Innocenzo IV nel 1253;
  • Clarisse Urbaniste, che seguono la regola riformata approvata da papa Urbano IV nel 1263;
  • Clarisse Colettine, sorte dalla riforma introdotta da santa Coletta di Corbie nel monastero delle clarisse di Besançon nel 1410;
  • Clarisse Cappuccine, fondate a Napoli nel 1535 da Maria Lorenza Longo che si ispirò alla riforma dell’Ordine dei Frati Minori operata da Matteo da Bascio;
  • Missionarie Clarisse del Santissimo Sacramento, congregazione derivante dalla comunità missionaria fondata a Cuernavaca nel 1945 da Manuela de Jesús Arias Espinosa, monaca clarissa sacramentaria;
  • Povere Clarisse Missionarie dell’Immacolata Concezione, congregazione nata nel 1910, quando il vescovo Armando Balhmann, prelato di Santarém, invitò le monache concezioniste francescane di Rio de Janeiro a lavorare in Amazzonia;
  • Suore Clarisse Francescane Missionarie del Santissimo Sacramento, congregazione fondata nel 1895 a Bertinoro da Francesca Farolfi, in religione madre Maria Chiara Serafina di Gesù, per l’educazione della gioventù e la cura dell’infanzia abbandonata;
  • Clarisse di Borgo San Pietro, congregazione derivante dalla comunità del monastero fondato nel 1228 a Borgo San Pietro da Filippa Mareri;
  • Clarisse sacramentarie, congregazione monastica fondata nel 1854 a Troyes;
  • Clarisse Francescane Malabaresi, congregazione fondata nel 1888 dal vicario apostolico di Changanacherry, il vescovo gesuita Charles Lavigne, come fraternità di terziarie secolari francescane.

 

Fonte: Wikipedia