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Commento al Vangelo, 7 luglio 2024 – Mc 6,1-6

Al tempo di Gesù vi era un fermento di attesa della venuta del Messia. Tutti aspettavano e cercavano di individuare chi fosse. Di conseguenza ci si sarebbe aspettati che gli abitanti di Nazaret, luogo dove Gesù visse quasi tutta la vita, lo avessero accolto, se non proprio come Messia, almeno come uno degli antichi profeti, almeno per la Sua sapienza ed i prodigi che compiva. Nulla di tutto ciò avvenne, a tal punto che lo stesso Gesù si meravigliava della loro incredulità, ragione per cui non potè in loco fare nessun prodigio.
Da tutto ciò possiamo trarre alcuni spunti per la nostra vita.
Non è scontato vedere il doni di Dio nel nostro quotidiano, nella vita di chi ci è vicino, nel nostro ambiente da noi conosciuto. Ci riesce difficile avere uno sguardo penetrante e contemplativo che sa scorgere i segni della visita di Dio. Forse complici di questa cecità sono le nostre smisurate attese che vorrebbero un presente migliore e che pretenderebbero cambi radicali a nostro favore secondo i nostri gusti. Ci costa accogliere un presente fatto di normalità, di ombre e perfino di valli oscure. Ci costa vedere Dio presente, perché se Lo vedessimo dovremmo accettarLo e ringraziarLo al di là dei nostri desideri, dovremmo accogliere il presente come benedetto. Vedere Dio nel nostro oggi è un appello alla conversione, alla gratitudine e all’abbandono fiduciale. Ecco quindi l’invito a valorizzare il presente come un dono di Dio, a ringraziarLo per la Sua presenza ed a porre attenzione ai segni della Sua visita. Il presente non deve essere motivo di scandalo, ma di meraviglia e di gratitudine. E se riuscissimo in questo intento, allora cambierebbe l’atmosfera in cui viviamo: dalla sfiducia e dal dubbio si passerebbe alla fiducia perché ci si sentirebbe amati e visitati da Dio. Allora sarebbe più facile fidarsi di Dio, gioire del Suo amore e vincere ogni paura di essere abbandonati nelle prove. Vivremmo più sereni proprio perché ci sentiremmo più amati.
Impariamo ad accogliere questo tempo, senza disprezzarlo, impariamo ad apprezzare il nostro quotidiano fatto di tanti trantràn, a volte apparentemente senza valore. Allora le nostre giornate acquisteranno una dimensione diversa, più profonda e significativa, ma soprattutto saremmo sempre aperti ad ogni sorpresa di Dio, meravigliandoci che viene a visitare proprio noi, persone semplici, nelle nostre quotidiane routine. La vita diventerebbe più bella e gustosa!
Da soli non è facile vivere questo atteggiamento di meraviglia; serve l’aiuto dei fratelli. Per questo incoraggiamoci a vicenda, contrariamente a ciò che fecero i Nazaretani, non gettando discredito sull’opera di Dio, non scoraggiando le attese, non disprezzando il dono del presente, la nostra vita e quella altrui. Aiutiamoci a vedere il dono di Dio nell’oggi e allora saremo aperti per i prodigi di Dio e così non renderemo vana la visita di Dio.