Approfondimenti

Commento al Vangelo, 2 aprile 2021 – Venerdì Santo

La passione di Gesù raccontata dall’evangelista Giovanni ci presenta molti elementi carichi di significato.
Uno di questi è quando uno dei soldati con una lancia colpì il fianco di Gesù, e subito ne uscì sangue e acqua.
Al di là della realtà biologica dell’evento, è interessante il significato. Da Gesù esce sangue ed acqua, simboli del perdono e della rinascita a vita nuova. Infatti il sangue allude al sacrificio di Gesù che si offre al Padre per noi e ricorda che non c’è più grande amore se non quello di dare la vita per gli amici (cfr. Gv 15,13), mentre l’acqua ricorda il dono dello Spirito Santo che viene effuso da Gesù per tutti coloro che hanno sete (cfr, Gv 7,37-39).
Ecco quindi i due doni che ci vengono da Gesù e che ci offre liberamente e gratuitamente: il perdono e la vita nuova.
Il perdono dei nostri peccati, un perdono che precede la nostra richiesta, è incondizionato e supera le nostre attese. È un atto generoso sempre attuale che non viene mai meno. È un perdono che non si esaurisce e viene stabilito una volta per tutte, per tutti gli uomini e per ogni tempo.
Il dono dello Spirito Santo diventa l’acqua che fa rinascere ogni cosa, che dona fecondità e che continuamente scende su di noi fino a coprire ogni parte di noi e della nostra vita.
Tutto viene perdonato e tutto fiorisce. E questo è un dono che non si esaurisce e ha la caratteristica della continuità, al di là di ogni merito.
Ma questi doni vengono da Gesù, dalla sua volontà di farci partecipi della sua stessa comunione con il Padre di modo che dove è lui siamo anche noi (cfr. Gv 14,3). Ecco quindi il vero significato profondo di tale evento: poter stare con Gesù. La sua morte ci permette di stare con lui; Gesù non ci ha lasciati soli.
Cosa dire di fronte a tale immeritato e generoso dono?
Imparare a dire grazie sempre e comunque. Questo è il giusto atteggiamento da tenere nei confronti del Signore, un semplice grazie che diventa espressione di fiducia in colui che mai ci abbandona.