Commento al Vangelo, 1 ottobre 2023 – Mt 21,28-32
L’affermazione di Gesù che pubblicani e prostitute passano avanti nel regno di Dio sta ad indicare che il dono della salvezza è per coloro che la accolgono, qualunque sia la loro situazione morale ed etnica. È la priorità dell’offerta di Dio che supera ogni condizione e precede qualsiasi merito.
Il brano continua con un giudizio su Israele che non ha riconosciuto la visita di Dio attraverso l’azione di Giovanni Battista, nonostante prove evidenti: non ha creduto e non si è pentito. Ciò che invece hanno fatto i peccatori.
Ecco quindi la necessità di avere occhi per vedere il Signore che visita le nostre vite, che ci viene incontro per benedirci, offrendo in dono la comunione.
Ma quanto è difficile vedere la presenza di Dio nel concreto degli avvenimenti della nostra vita.
Spesso pensiamo che la visita di Dio coincida con i nostri desideri. Se siamo visitati veramente da Dio, perché allora siamo in balia delle nostre debolezze e povertà se Lui è Colui che salva?
In realtà vorremmo che Dio ci salvasse liberandoci dai mali che ci affliggono così da avere prove di veridicità della Sua presenza. Vorremmo essere salvati senza fede.
Ma è proprio la presenza delle nostre fragilità che ci aiutano ad avere fiducia in Dio e nella Sua salvezza. Dio ci visita perché possiamo avere fiducia in Lui!
Forse è proprio questo lo scopo del Suo venirci incontro. È la vita stessa di Gesù che lo dimostra: non è stato liberato dalla croce, ma avuto fiducia nella salvezza nonostante la croce.
Facciamo come Gesù che nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito (cfr. Eb 5,7). Gesù venne esaudito con il dono della resurrezione proprio per il Suo abbandono fiducioso in Dio, che ha sempre chiamato amorevolmente Abbà, come un bambino fa con il suo padre. Egli ha vinto il mondo perché forte della fiducia nel Padre che non avrebbe abbandonato la Sua vita.
Lasciamoci guidare anche noi da questo abbandono mediante una preghiera fiduciosa e piena di gratitudine, sapendo che Lui si preoccupa di noi.
Alleniamoci a ringraziare in ogni cosa per vedere che nessun evento della nostra vita è così impermeabile alla presenza del Signore e che nulla sfugge al Suo sguardo di compassione.
Allora non vedremo solo il male, ma con meraviglia vedremo anche la luce di Dio presente a tal punto che supereremo ogni paura e ci sentiremo non solo dei peccatori, ma soprattutto figli amati, più di quello che pensiamo.
Vedremo la vita come un dono bello nonostante le ombre e così pure vedremo i fratelli come amati e degni di amicizia nonostante i loro difetti e le loro miserie.
Preghiera fiduciosa e piena di gratitudine sono il rimedio per vedere Dio che ci viene incontro.