Beata Vergine Maria Addolorata
Maria Addolorata (o Maria Dolorosa, Madonna Addolorata, L’Addolorata oppure Madonna dei sette dolori), in latino “Mater Dolorosa”, è un titolo con cui viene molte volte chiamata ed invocata dai cristiani Maria, la madre di Gesù.
Il titolo si basa su alcuni momenti della vita di Maria descritti nei vangeli.
Il culto dei sette dolori di Maria
Tradizionalmente, dalla lettura dei Vangeli, i cristiani hanno enucleato sette dolori affrontati da Maria.
- I) Profezia dell’anziano Simeone sul Bambino Gesù
- Nel Vangelo secondo Luca il vecchio Simeone preannuncia a Maria le difficoltà che dovrà incontrare e superare
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« Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima. » (Luca 2,34-35)
- II) La fuga in Egitto della Sacra famiglia
- Maria e Giuseppe devono fuggire in Egitto per mettere in salvo il loro figlio Gesù durante la persecuzione di Erode (2,13-21).
- III) La perdita del Bambin Gesù nel Tempio
- Quando Gesù ha 12 anni Maria e Giuseppe lo perdono per tre giorni nel Tempio di Gerusalemme (2,41-51)
- IV) L’incontro di Maria e Gesù lungo la Via Crucis
- Quando Gesù sale al Calvario portando la croce Maria lo incontra (Vangelo secondo Luca 23,27-31)
- V) Maria ai piedi della croce dove Gesù è crocifisso
- Il Vangelo secondo Giovanni riporta che Maria si ferma sotto la croce sulla quale è crocifisso Gesù:
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« Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. » (Giovanni 19,25-27)
- VI) Maria accoglie nelle sue braccia Gesù morto
- Dopo che Gesù è morto e deposto dalla croce Maria lo accoglie tra le sue braccia prima che venga sepolto (27,55-61).
- VII) Maria vede seppellire Gesù
- Maria è presente quando Gesù viene deposto nel sepolcro da cui risorgerà dopo tre giorni (23,55-56).
Le origini del culto
La devozione alla Vergine Addolorata si sviluppa a partire dalla fine dell’XI secolo, con un primo cenno a celebrazioni dei suoi 5 gaudi e dei suoi cinque dolori, simboleggiati da 5 spade, anticipatrici della celebrazione liturgica istituita più tardi. Quando un ignoto scrisse Il Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius iniziano le composizioni sul tema del Pianto della Vergine. Nel XII secolo, anche a seguito di apparizioni della Madonna, si ebbe un incremento di questo culto e la composizione dello Stabat Mater attribuito a Jacopone da Todi.
Ma la sua storia ha un inizio preciso: il 15 agosto 1233, quando sette nobili fiorentini iscritti all’Arte dei Mercanti e poeti-attori della compagnia dei Laudesi erano soliti esprimere il loro amore a Maria in laudi davanti un’immagine dipinta su parete di una via, come i giullari facevano con la donna amata. Improvvisamente videro l’immagine animarsi, apparire addolorata e vestita a lutto per l’odio fratricida che divideva Firenze. Questi giovani gettarono le armi, indossarono un abito a lutto, istituirono la compagnia di Maria Addolorata, detta dei Serviti e si ritirarono in penitenza e preghiera sul Monte Sanario.
Alle origini essi pregarono la Vergine gloriosa regina del cielo perché Maria era nella gloria e la vedevano vestita della sua storia terrena di sofferenza e di privazione – l’abito di vedovanza, segno della sua passione sul Calvario. Con il passare dei secoli queste motivazioni dettero origine a varie espressioni di devozione: la Madonna ai piedi della Croce; la Compagnia dell’abito; la Confraternita dei Sette Dolori approvata da Roma nel 1645; il Terz’ordine; la Corona dell’Addolorata; le varie Congregazioni femminili all’Addolorata, ecc. Tra il 1668 e il 1690 le iniziative di culto da parte dei Servi di Maria favorirono la diffusione del culto della Madonna dei Dolori.
Intanto il 9 giugno 1668 la S. Congregazione dei Riti permise all’Ordine di celebrare la messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine. Nel relativo decreto si faceva menzione del fatto che i Servi di Maria portavano l’abito nero in memoria della vedovanza di Maria e dei dolori che essa sostenne nella passione del Figlio.
Inizialmente il culto dell’Addolorata era collegato alla Settimana Santa, poi è nata la sua festa, originariamente celebrata il venerdì prima della Settimana Santa o dopo la Pasqua ed infine al settembre. Ancor oggi in alcune località è festeggiata alle antiche date.
Il culto dell’Addolorata è poi anche sottolineato dalle diffusione delle preghiere all’Addolorata e dalla recita del rosario dei sette dolori, specialmente nella Settimana Santa.
I simboli
I simboli che meglio identificano questo tipo di immagine sono: una, cinque o sette spade conficcate nel cuore, a volte evidenziato con sopra una fiamma; il fazzoletto in mano; il vestito viola o nero del lutto; il volto ovale, inclinato e rivolto a cielo, occhi grandi, bocca piccola da cui traspare la dentatura e mani giunte con dita intrecciate. Meno frequentemente ha in mano la corona di spine. Soprattutto nelle statue spagnole, spesso il viso della Madonna è solcato dalle lacrime.
Ci sono anche immagini dell’Addolorata con o senza la presenza di altri simboli: le Pietà e le Madonne Piangenti, e quelle della crocifissione, deposizione e sepoltura con Maria.
Le raffigurazioni
Numerose sono le statue, a volte con gli arti mobili, della Vergine Addolorata con i simboli tradizionali, utilizzate nelle processioni della Settimana Santa e della sua festa. Ma sono anche molto diffusi i dipinti e gli arazzi.
Inoltre nel corso del Trecento si diffuse nell’Europa centrale di lingua tedesca un nuovo soggetto iconografico, noto con il nome di Vesperbild. La parola significa letteralmente immagine del tramonto, o del vespro, e sta ad indicare una serie di piccole sculture in legno dipinto, in gesso o in terracotta, che rappresentano la Madonna seduta che sostiene, sulle proprie gambe, il corpo esanime e irrigidito di Gesù, morto la sera del venerdì santo. Questa rappresentazione non è riconducibile ad alcun racconto presente sui Vangeli, né, eventualmente, sui testi apocrifi che narrano le vicende della vita di Cristo. Una invenzione, dunque, o più semplicemente una interpretazione popolare di ciò che verosimilmente potrebbe essere accaduto subito dopo la deposizione di Gesù dalla croce: i testi sacri narrano che al momento della crocifissione e della sepoltura la Madonna era presente accanto al proprio Figlio.
Dai Vesperbild nacque infatti il tema iconografico, noto col nome di Pietà, che numerosi maestri del XVI secolo dipinsero. La più famosa è senz’altro la Pietà di Michelangelo Buonarroti, che scolpì in un bianco blocco di marmo di Carrara, custodita in una cappella della basilica di San Pietro a Roma.
Fonte: Wikipedia