Don Manlio SodiApprofondimenti

La Candelora. Perché un richiamo alla vita religiosa?

E’ vero che nel linguaggio comune il termine «candelora» fa rima col detto «… dell’inverno semo fora…»; ma questo non dice nulla di fronte a quanto la Chiesa celebra il 2 febbraio, a distanza di quaranta giorni dal Natale.

Il ricordo di Gesù presentato al tempio, secondo le prescrizioni della Legge ebraica, è l’occasione per comprendere che è Dio che viene incontro al suo popolo. E la luce di quello Spirito che ha guidato i gesti e le parole di Simeone ed Anna, risplende nel brillio delle piccole candele accese all’inizio della celebrazione; candele che i fedeli portano nelle proprie abitazioni come segno di benedizione e come ricordo di quella Luce che non ha fine.

È la festa dell’«incontro» – come la chiamano i nostri fratelli Ortodossi – tra Dio e il suo popolo; un incontro che avrà il suo compimento nei cieli nuovi e terra nuova, come ricorda l’Apocalisse. Un incontro che trova un simbolo formidabile nella coincidenza della Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Fu l’intuizione di Giovanni Paolo II quando nel 1997 unì alla festa della Presentazione il ricordo delle religiose e dei religiosi, consacrati a seguire l’esempio di Simeone ed Anna, dediti al servizio di Dio e dei fratelli. Solo in questo orizzonte è possibile comprendere la scelta di vita di donne e uomini dediti esclusivamente a Dio e agli altri.

L’esempio è sempre Gesù Cristo che ha proclamato «beati i puri di cuore»; che aderì in tutto alla volontà del Padre; e che accoglie coloro che abbandonano ogni cosa dietro la promessa di un tesoro inestimabile nei cieli. È una sfida che si comprende solo in un contesto di fede accolta, vissuta, condivisa!

«La missione della vita consacrata – così scriveva Giovanni Paolo II il 6 gennaio 1997 – non riguarda solo coloro che hanno ricevuto questo speciale carisma, ma tutta la comunità cristiana. Alle persone consacrate… l’invito a guardare al futuro con fiducia, contando sulla fedeltà di Dio e la potenza della sua grazia, capace di operare sempre nuove meraviglie: “Voi non avete solo una gloriosa storia da raccontare, ma una grande storia da costruire! Guardate al futuro, nel quale lo Spirito vi proietta per fare con voi ancora cose grandi”».