Santo del Giorno, 3 marzo – Santa Cunegonda
Cunegonda chiamata anche Cunegonda di Lussemburgo, fu imperatrice del Sacro Romano impero e Regina consorte d’Italia. Fu proclamata beata e santa.
Agiografia
Figlia di Sigfrido, primo conte di Lussemburgo e di Edvige di Nordgau, discendente in linea diretta di Carlo Magno, sposò nel 998 Enrico IV, duca di Baviera. Egli divenne imperatore (Enrico II) e fu anch’egli canonizzato. Alla morte di Ottone III, che non aveva eredi, Enrico, il 6 giugno 1002, fu incoronato re di Germania da Willigis, arcivescovo di Magonza. Cunegonda divenne regina con l’incoronazione del 10 agosto a Paderborn. Secondo una certa tradizione, ella, d’accordo col marito, fece voto di virginale continenza.
Secondo il cronista loro contemporaneo, Rodolfo il Glabro, Enrico, dopo che constatò la sterilità della moglie, non la ripudiò, come gli consentiva il diritto matrimoniale germanico. E per il grande amore che aveva per essa e per la comunanza di ideali di vita religiosa che li univa, preferì rinunciare ad avere degli eredi al trono pur di continuare a vivere insieme a lei. Questo, probabilmente, fece nascere intorno a loro la leggenda del cosiddetto “matrimonio virginale di San Giuseppe”.
Alla morte del papa Sergio IV, Enrico e Cunegonda scesero a Roma e diedero il loro sostegno all’elezione di Benedetto VIII contro la fazione dei Crescenzi. Il nuovo papa li incoronò poi imperatori il 14 febbraio 1014. Nel 1007 avevano fatto costruire la cattedrale di Bamberga, che dedicarono a san Pietro e a san Giorgio e un’abbazia benedettina dedicata a san Michele. Queste poi le consacrò Benedetto VIII in persona. Cunegonda con la sua dote costruì poi un secondo monastero dedicato a santo Stefano. E un terzo nel 1021 a Kaufungen, vicino Kassel, per religiose, dedicato alla Santa Croce, per adempiere ad un voto fatto durante una grave malattia da cui era guarita
Come era tradizione dell’epoca, partecipò al governo dell’impero. Sostituì anche l’imperatore quando questi andò in guerra contro vari signori ribelli. Tra questi c’erano il cognato Federico conte di Lussemburgo, Enrico duca di Baviera o l’arcivescovo di Metz. Dopo la morte del marito, avvenuta il 13 luglio 1024, per quasi due mesi, governò come imperatrice il Sacro Romano Impero. Finché il 4 settembre non si insediò il nuovo imperatore Corrado II il Salico.
Nel primo anniversario della morte di Enrico II, Cunegonda, con una solenne cerimonia nel monastero di Kaufungen, si spogliò degli abiti imperiali per vestire quelli monacali. Da quel momento, per quindici anni, si dedicò ad una vita di ascesi, di digiuni e di penitenze. Si dedicò anche a umili lavori manuali assistendo le consorelle ammalate. Avvicinandosi il momento della sua morte, le dissero che le sue consorelle stavano preparando per lei dei sontuosi abiti funebri. Ella vietò assolutamente di utilizzarli e chiese di essere seppellita con il suo saio di lana grezza.
Culto
Il Martirologio romano fissa la memoria liturgica il 3 marzo.
Innocenzo III canonizzò Cunegonda il 29 marzo del 1200. La festa si celebra il 3 marzo. A Bamberga si celebravano anche il 29 marzo (anniversario della canonizzazione), il 9 settembre (traslazione delle reliquie) ed il 1º agosto (commemorazione del primo miracolo).
Nella bolla pontificia di canonizzazione si legge che Cunegonda subì ingiustamente l’accusa di infedeltà coniugale. Il marito, per provarne l’innocenza, le chiese di sottoporsi pubblicamente all’ordalia del fuoco. La santa accettò e passò a piedi nudi sopra dei vomeri infuocati, senza ustionarsi. L’imperatore, commosso, chiese allora perdono a Cunegonda per aver ascoltato i calunniatori. L’episodio rafforzò la stima e l’amore che univa i due santi coniugi. Nella bolla si riporta anche un episodio miracoloso. Una notte, addormentatasi mentre leggeva la Bibbia alla luce di una candela, le fiamme la avvolsero completamente. Le consorelle accorsero e videro che le spense solo tracciando un segno di croce.
Durante la Seconda guerra mondiale avrebbe salvato la città di Bamberga da un bombardamento alleato, suscitando un’improvvisa nebbia che avvolse rapidamente tutta la città.
Nelle raffigurazioni religiose Enrico e Cunegonda si vedono con gli abiti imperiali, la corona sul capo e un giglio in mano. Oppure con il modellino della cattedrale di Bamberga in mezzo a loro. Cunegonda viene anche rappresentata da sola, mentre cammina sui vomeri ardenti. Oppure mentre appende il suo mantello a un raggio di sole. Oppure incoronata, con uno scettro nella destra e il modellino della chiesa di Kaufungen nella sinistra.
Fra il 1499 e il 1513, nella cattedrale di Bamberga, lo scultore Tilmann Riemenschneider eseguì la celebre tomba di Enrico II e Cunegonda. Nei bassorilievi ai lati del sarcofago, Cunegonda è rappresentata mentre paga i costruttori della cattedrale, mentre distribuisce elemosine ai poveri e mentre si sottopone all’ordalia. Enrico II viene invece rappresentato mentre San Lorenzo lo porta in cielo.
Fonte: Wikipedia