Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 3 febbraio – San Biagio di Sebaste

Biagio di Sebaste, noto come San Biagio (San Biase in alcune varietà dialettali), è stato un vescovo e santo armeno. La Chiesa cattolica (vescovo e martire) e la Chiesa ortodossa lo venerano come santo.

San Biagio di fronte a uno sconosciuto governatore romano: vetrata francese del XIII secolo (Fonte: Wikipedia)

Biografia

Vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore), era medico e vescovo della sua città. A causa della sua fede i Romani lo imprigionarono, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana. Per punizione fu straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana. Morì decapitato.

San Biagio muore martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell’Impero Romano (313). Una motivazione plausibile sul suo martirio può essere trovata nel dissidio tra Costantino I e Licinio, i due imperatori-cognati (314), che portò a persecuzioni locali, con distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e condanne a morte per i vescovi.

Pochissimo di certo sappiamo sulla vita del santo. Le poche storie sulla biografia dell’armeno sono state tramandate prima oralmente e poi raccolte in agiografie. Ricordiamo quella famosa di Camillo Tutini, Narratione della vita e miracoli di S. Biagio Vescovo e Martire (Napoli, 1637).

Il culto

La sua memoria è celebrata il 3 febbraio.

Reliquie

Il corpo di san Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali, deposti in un’urna di marmo, furono imbarcati, per esser portati a Roma. Una tempesta fermò la navigazione sulla costa di Maratea, dove i fedeli accolsero l’urna. Quest’ultima conteneva le reliquie – il “sacro torace” e altre parti del corpo – e la conservarono nella Basilica di Maratea, sul monte San Biagio. La cappella con le reliquie fu poi posta sotto la tutela della Regia Curia dal re Filippo IV d’Asburgo, con lettera reale datata 23 dicembre 1629. Da allora è nota popolarmente col nome di Regia Cappella.

Un gran numero di località vantano di possedere un frammento del corpo del santo. Ciò è dovuto, oltre all’antica usanza di sezionare i corpi dei santi e distribuirne le parti per soddisfare le richieste dei fedeli, alla pratica della simonia. Una delle forme di simonia consisteva nel vendere reliquie false, o reliquie di santi omonimi ma meno conosciuti.

San Biagio dipinto da Antonio del Castillo y Saavedra. (Fonte: Wikipedia)

Leggende

A san Biagio sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce.

Nella Basilica di San Biagio a Maratea, alla destra della Regia Cappella dedicata al santo, vi è la palla di ferro sparata dai cannoni francesi durante l’assedio del dicembre 1806. Su questa palla di ferro, inesplosa, sono ben visibili delle impronte che, secondo la tradizione, sarebbero le dita della mano destra di san Biagio.

Relativamente alla sola esperienza della cittadina di Fiuggi, si narra che nel 1298 fece apparire delle finte fiamme sul paese, proprio mentre questi era in procinto di essere messo sotto assedio dalle truppe papali. La cittadina, che all’epoca si chiamava Anticoli di Campagna, era feudo dei Colonna che a loro volta erano in guerra con la nobile famiglia romana dei Cajetani. L’intenzione dei Cajetani era quella di attaccare il paese da due lati: dal basso scendendo dal castello di Monte Porciano e dall’alto, alle spalle di Fiuggi dalla parte di Torre Cajetani. In virtù di tale piano divisero le proprie forze. San Biagio avrebbe fatto apparire delle finte fiamme che indussero le truppe nemiche a pensare di essere state precedute dalle forze alleate. Di conseguenza mossero oltre, ritornando ai loro alloggiamenti. I fedeli il giorno successivo lo elessero patrono della città.

A ricordo di ciò persiste tuttora l’antica tradizione paesana di bruciare grandi cataste di legna di forma piramidale, denominate stuzze, a ricordo dell'”apparizione”. Tale manifestazione avviene la sera del 2 febbraio di ogni anno nella piazza più alta del paese (p.za Trento e Trieste), dinnanzi al Municipio.

A Salemi in provincia di Trapani, san Biagio è compatrono assieme a san Nicola della città dal 1542. Si narra che in quell’anno, sotto il regno di Carlo V, la città di Salemi e le campagne circostanti, venissero invase dalle cavallette che ne distrussero i raccolti procurando, così, fame e carestia. Allora i salemitani pregarono san Biagio, protettore delle messi e dei cereali, di liberarli da tale flagello ed il santo esaudì queste loro preghiere. Da allora i salemitani, in ricordo di questo evento, nella ricorrenza della festa del santo, ogni anno il 3 febbraio, preparano dei pani in miniatura: i “cavadduzzi”, cioè le cavallette e i “cuddureddi”. Questi ultimi rappresentano la gola di cui san Biagio è protettore. La chiesetta dedicata al santo si trova nel quartiere del Rabbato.

Il 3 febbraio avviene la benedizione di “cuddureddi” e “cavadduzzi” che poi vengono distribuiti ai fedeli. Essi accorrono da ogni parte della città per pregare il santo e per farsi benedire la gola dal sacerdote con le candele accese ed incrociate. Dal 2008 si fa una rievocazione storica del miracolo delle cavallette, che vede dame, nobili e cavalieri, clero e popolani in costume medievale. Essi escono dal castello, percorrono tutto il centro storico ed arrivano alla chiesa del santo per deporre i doni e benedire le gole. Manifestazione a cui partecipano tutte le associazioni cittadine e le scuole.

In Albania, a Durazzo nel monastero di san Biagio (alb: shen Avlash) durante la prima metà del XX secolo secondo migliaia di testimoni vi sarebbe avvenuto il miracolo della roccia. Da quest’ultima sgorgava olio con effetti curativi per i credenti. Tale monastero è tuttora meta di pellegrinaggio da parte di numerosi fedeli albanesi sia musulmani che cristiani.

 

 

 

Fonte: Wikipedia