Santo del Giorno, 25 luglio – San Giacomo apostolo
Giacomo di Zebedeo, detto anche Giacomo il Maggiore, fa parte della lista dei dodici apostoli di Gesù, secondo quanto riportato dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli. È detto «Maggiore» per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo, fratello di Gesù, detto «Minore» o “il fratello del Signore”.
Figlio di Zebedeo e di Salome, era il fratello di Giovanni apostolo. Secondo i vangeli sinottici Giacomo e Giovanni erano assieme al padre sulla riva del lago quando Gesù li chiamò per seguirlo. Stando al Vangelo secondo Marco, Gesù soprannominò Giacomo e Giovanni Boanerghes, «figli del tuono». Giacomo fu uno dei tre apostoli che assistettero alla trasfigurazione di Gesù. Secondo gli Atti degli Apostoli fu messo a morte dal re Erode Agrippa I.
Agiografia
Fonti storiche
Non esistono riferimenti archeologici diretti (come epigrafi) certi alla vita e all’operato di Giacomo. E nemmeno ci sono riferimenti diretti in opere di autori antichi non cristiani. Le fonti testuali pervenuteci sono di due tipi:
- i testi del Nuovo Testamento, in particolare i quattro vangeli canonici e gli Atti degli apostoli. Redatti in greco tra il I secolo e la prima metà del II, contengono gli unici riferimenti diretti alla vita di Giacomo.
- alcuni accenni contenuti negli scritti di alcuni Padri della Chiesa.
Al pari degli altri personaggi neotestamentari, la cronologia e la vita di Giacomo non ci sono note con precisione. I testi evangelici lo indicano come un fedele seguace del maestro. Ma il periodo precedente e seguente alla sua partecipazione al ministero itinerante di Gesù (probabilmente 28-30, vedi data di morte di Gesù) è ipotetico e frammentario.
La vita
Giacomo viveva, e probabilmente era nato, a Betsaida, località della Galilea situata sul lago di Genesaret. Era pescatore insieme al padre, Zebedeo. Si ritiene che sua madre fosse Salome, una delle donne testimoni della crocifissione di Gesù sul Golgota. Giacomo aveva (almeno) un fratello, Giovanni. Sempre rimanendo nel campo delle ipotesi, si può supporre che la famiglia di Giacomo appartenesse al ceto medio, in quanto dedito alla florida attività della pesca con tutta la sua famiglia. Sua madre forse faceva parte del seguito di agiate donne che provvedevano alle necessità economiche del gruppo itinerante (Lc8,2-3). Il fatto che nelle liste stereotipate degli apostoli nei sinottici (ma non negli Atti) Giovanni segua Giacomo, o che quest’ultimo venga spesso indicato come “figlio di Zebedeo”, mentre Giovanni sia indicato come suo fratello, può lasciare concludere che Giacomo fosse il fratello maggiore.
Il solo Luca (9,51-56) riporta un episodio che sottolinea il carattere focoso dei due fratelli Giacomo e Giovanni. Un villaggio samaritano (ebrei considerati scismatici) aveva rifiutato ospitalità a Gesù e i figli di Zebedeo propongono la sua distruzione tramite un “fuoco discendente dal cielo”, attirandosi il rimprovero del Maestro.
Sia Matteo (20,20-23), che introduce l’intermediazione della madre, che Marco (10,35-40) riportano un episodio che indica il carattere ambizioso dei due fratelli. Questi avevano probabilmente una visione terrena del Regno predicato da Gesù e si aspettavano, in quanto particolarmente favoriti tra i suoi seguaci, un ruolo privilegiato in esso. Alla richiesta Gesù risponde evasivamente con l’assicurazione che “berranno il suo calice”, cioè che gli saranno associati nella sofferenza e nel martirio. Giacomo subirà effettivamente il martirio attorno al 44 (At12,1-2).
Insieme agli altri apostoli, Giacomo e Giovanni accompagnarono Gesù durante la sua vita pubblica. Alcuni episodi mostrano come Giacomo facesse parte della cerchia dei tre più fidati. Con Pietro fu testimone della trasfigurazione, della resurrezione della figlia di Giairo e dell’ultima notte di Gesù al Getsemani. Come appare evidente, sono tre situazioni molto diverse. In un caso, Giacomo e gli altri due apostoli sperimentano in modo diretto la gloria del Signore, vedendolo a colloquio con Mosè ed Elia. In occasione della resurrezione della figlia di Giairo, assistette ad uno dei miracoli più toccanti compiuti dal Maestro e ancora, al Getsemani, si trovò di fronte alla sofferenza e all’umiliazione di Gesù.
Una tradizione risalente almeno a Isidoro di Siviglia narra che Giacomo andò in Spagna per diffondere il Vangelo. Se questo viaggio avvenne, fu seguito da un ritorno dell’apostolo in Giudea. Qui, agli inizi degli anni quaranta del I secolo il re Erode Agrippa I «cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa, e fece uccidere di spada Giacomo fratello di Giovanni». Giacomo fu il primo apostolo martire.
Il Nuovo Testamento conosce, oltre a Giacomo di Zebedeo e a Giacomo di Alfeo, un altro Giacomo, detto “il Giusto” o “il fratello del Signore”, esponente di spicco della chiesa di Gerusalemme, ma la tradizione cattolica identifica Giacomo di Alfeo, detto il Minore, con Giacomo il Giusto.
Il culto
Dopo la decapitazione, secondo la Legenda Aurea, i suoi discepoli trafugarono il suo corpo e riuscirono a portarlo sulle coste della Galizia. Si narra che nell’anno 830 l’anacoreta Pelagio scoprì dov’era il sepolcro contenente le spoglie di Giacono in seguito ad una visione luminosa. Il vescovo Teodomiro, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell’Apostolo. Dopo questo evento miracoloso il luogo venne denominato campus stellae (“campo della stella”) dal quale deriva l’attuale nome di Santiago de Compostela, il capoluogo della Galizia. Eventi miracolosi avrebbero segnato la scoperta dell’Apostolo, come la sua apparizione alla guida delle truppe cristiane della reconquista nell’840, durante la battaglia di Clavijo. Ci furono anche altre imprese belliche successive, le cui vittorie sui musulmani gli meritarono nell’immaginario popolare il soprannome di Matamoros (Ammazza-mori), che dall’Alto Medioevo perdurò nei secoli seguenti.
La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi nel Medioevo, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata.
Il pellegrinaggio a Santiago, lungo preferibilmente il suo “Cammino”, divenne uno dei tre principali pellegrinaggi della Cristianità medievale. Gli altri erano quelli che portavano a Gerusalemme, alla tomba di Gesù e a Roma, alla tomba dell’apostolo Pietro, assurgendo la figura del vescovo di Santiago al livello delle più importanti figure della Cristianità.
Nella chiesa cattolica san Giacomo il Maggiore si festeggia il 25 luglio.
Fonte: Wikipedia