Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 21 gennaio – Sant’Agnese

Agnese è stata una santa romana. Secondo la tradizione latina, fu una nobile appartenente alla gens Clodia. Subì il martirio durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano all’età di 12 anni.

Agiografia

Molto varie e talvolta contrastanti sono le notizie circa la sua vita e il suo martirio. Secondo alcuni il figlio del Prefetto di Roma si era invaghito di Agnese senza essere ricambiato. La giovane aveva fatto voto di castità a Gesù. Dopo il rifiuto della ragazzina, il padre del giovane, saputo del voto di castità, le impose la clausura fra le vestali. Con esse avrebbe dovuto rendere culto alla dea che proteggeva la città di Roma. Al rifiuto di Agnese, il prefetto la fece rinchiudere in un postribolo. Qui però nessun cliente osò toccarla, tranne un uomo che la tradizione religiosa vuole accecato da un angelo bianco. Ma successivamente, per intercessione della stessa Agnese, Dio rese la vista.

La tradizione agiografica racconta anche che Agnese, accusata di magia, subì a quel punto la condanna al rogo. Ma le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur lambirlo e i suoi capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità. Dopo questo “miracolo” Agnese morì con un colpo di spada alla gola. Tale morte spiega il motivo per cui la martire sia rappresentata iconograficamente con un agnello. Infatti anche quest’animale subiva la stessa sorte. Dopo la sua morte il suo corpo fu sepolto nella catacomba oggi nota come Catacomba di Sant’Agnese. Invece il suo cranio si trova esposto in una cappella nella chiesa di Sant’Agnese in Agone.

Sant’Agnese Vergine e martire (Fonte: Wikipedia)

Culto

Il suo nome è inserito nel Canone romano. Nel Martirologio romano si riporta lo scritto di san Girolamo che di lei dice:

«Memoria di sant’Agnese, vergine e martire, che, ancora fanciulla, diede a Roma la suprema testimonianza di fede e consacrò con il martirio la fama della sua castità; vinse, così, sia la sua tenera età che il tiranno, acquisendo una vastissima ammirazione presso le genti e ottenendo presso Dio una gloria ancor più grande; in questo giorno si celebra la deposizione del suo corpo.»

Ad Agnese sono dedicati, a Roma, la Chiesa di Sant’Agnese in Agone, in piazza Navona, il luogo supposto del martirio, e il complesso monumentale di Sant’Agnese fuori le mura, fatto erigere dalla principessa Costantina, figlia dell’imperatore Costantino I, sulle catacombe nelle quali fu sepolto il suo corpo. Qui, ogni anno il 21 gennaio, due agnelli allevati da religiose vengono benedetti e offerti al papa. Dalla loro lana si tessono i palli dei patriarchi e dei metropoliti del mondo cattolico.

Sant’Agnese è la patrona delle vergini, delle fidanzate, dei giardinieri, dei tricologi e dell’Ordine della Santissima Trinità. Anche l’Almo collegio Capranica, tradizionalmente costruito sul luogo della sua casa natale, la venera come patrona. A L’Aquila è patrona della Festa di Sant’Agnese e delle Malelingue.

La prima manifestazione a inizio anno che si svolge a Sava di Baronissi in Campania è quella del 21 gennaio, giorno in cui ricorre la solennità di S. Agnese Vergine e Martire che da secoli è la patrona di Sava. I festeggiamenti prendono inizio la seconda domenica di gennaio, giorno in cui si intronizza nel trono la venerata statua della santa. Da lì la comunità festosa si prepara nove giorni prima con la novena, antica preghiera, in preparazione alla festa liturgica e al termine l’antico canto dell’inno alla Vergine scritto da un fedele del paese. Nei giorni della festa si svolgono varie manifestazioni civili sempre all’interno della Parrocchia. Al termine dei solenni festeggiamenti la comunità accompagna la reliquia di S. Agnese per le strade della parrocchia e la “saluta”. Verrà poi portata in processione nella seconda domenica di luglio nell’ambito dei festeggiamenti compatronali in onore di Maria Ss.ma delle Grazie.

Nella letteratura

Sant’Agnese è figura importante del romanzo Fabiola di Nicholas Wiseman. Di esso si ricorda la trasposizione cinematografica che realizzò Alessandro Blasetti nel 1949.

 

 

 

Fonte: Wikipedia