Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 2 agosto – Sant’Eusebio di Vercelli

Sant’Eusebio di Vercelli fu il primo vescovo dell’allora appena sorta arcidiocesi di Vercelli del IV secolo. E’ patrono di Vercelli oltre che primo vescovo e patrono della intera regione Piemonte. Esponente principale della lotta contro l’eresia ariana, fondò il sito dove sorgerà il futuro santuario di Oropa (vicino a Biella). E’ anche fondatore del culto mariano della Madonna nera in Piemonte.

Biografia

Secondo la tradizione agiografica, Eusebio nacque in Sardegna. Si trasferì quindi con la madre e la sorella minore a Roma, subito dopo il martirio di suo padre. Nell’Urbe, egli fu prima lettore, ordinato sacerdote da papa Marco e consacrato vescovo da Giulio I (15 dicembre 345).

Non si hanno notizie del suo episcopato prima del 354, tuttavia Sant’Ambrogio lo menziona ufficialmente in una lettera. Lo elogia per aver imposto agli ecclesiastici della sua diocesi la vita comune, come per i monaci, secondo il modello delle chiese orientali. Per questo motivo, i canonici regolari di Sant’Agostino lo onorano come cofondatore del loro ordine.

Nel primo cristianesimo piemontese, Eusebio divenne uno strenuo oppositore dell’arianesimo, nonché sostenitore del simbolo niceno. Papa Liberio lo inviò, insieme al vescovo Lucifero di Cagliari in missione dall’imperatore Costanzo II, per chiedergli la convocazione di un concilio. Bisognava mettere fine alla controversia tra ariani (peraltro sostenuti dallo stesso imperatore) e ortodossi orientali, al quale Eusebio fu teologicamente più affine. Tale concilio si celebrò a Milano nel 355 ma, essendo i vescovi ariani in maggioranza, Eusebio si rifiutò di sottoscriverne gli stessi editti conclusivi. Ne nacque quindi un conflitto con Costanzo II, che lo esiliò in Terra santa, e precisamente a Scitopoli, in Palestina.
Qualche anno dopo lo trasferirono in Cappadocia, quindi nella Tebaide egizia, fino al 361, anno della morte di Costanzo II. Il suo successore, l’imperatore Giuliano, mise fine al suo esilio, e gli consentì, quindi, di riprendere possesso della sua sede vescovile.

Eusebio di Vercelli (Fonte: Wikipedia)

Tornato in Piemonte, Eusebio si portò dietro il culto orientale dell’allora appena sorta iconografia della venerazione mariana della Madonna Nera. Pare che si portò dietro dalla Terra santa una di queste raffigurazioni, probabilmente una statua, durante una delle fughe dalle persecuzioni ariane. Sempre secondo la tradizione, tale statua fu inizialmente nascosta presso la cittadina valdostana di Fontainemore, località ancor oggi devota a tale culto. Si custodì quindi sui monti biellesi presso quello che, in futuro, si svilupperà come il noto sito del Santuario di Oropa.

Eusebio fu un vescovo molto stimato, tanto che diventerà noto non solo come santo, ma addirittura come patrono della stessa regione Piemonte. Oltre Oropa, grazie alle sue opere di capillare evangelizzazione del nord-ovest Italia, si svilupparono altri siti di antica tradizione mariana legati al santo. Citiamo, ad esempio, lo stesso Duomo di Vercelli, la chiesa di San’Eusebio di Pavia, il Sacro Monte di Crea nel Monferrato, il santuario Madonna del Palazzo di Crescentino.

L’ultima sua comparsa documentata fu al concilio episcopale di Alessandria, dove decise di perdonare i vescovi ariani che lo attaccarono, purché ritornassero allo stato laicale. Eusebio morì a Vercelli nel 371, ma le sue reliquie si rinvennero soltanto durante la ricostruzione del duomo della città intorno al XVI secolo.

Culto

La Chiesa cattolica ne celebra la memoria liturgica il 16 dicembre (giorno della sua consacrazione episcopale – forma straordinaria). Papa Paolo VI, nel 1969, spostò la sua commemorazione al 2 agosto (memoria facoltativa) per il rito romano da lui riformato. È il patrono principale della regione ecclesiastica del Piemonte, celebrato il 1º agosto.

È titolare della congregazione delle Figlie di Sant’Eusebio, fondata a Vercelli nel 1899.

 

 

Fonte: Wikipedia