Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 16 gennaio – San Marcello I

Marcello I fu il 30º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 27 maggio 308 al 16 gennaio 309. La Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse lo venerano come santo.

Biografia

Marcello I

Secondo il “Catalogo Liberiano”, il clero romano elesse papa Marcello, un romano, intorno alla metà del 308 (Fuit temporibus Maxenti a cons. X et Maximiano usque post consulatum X et septimum). In base all’interpretazione di Giovanni Battista de Rossi tale annotazione andrebbe letta A cons. Maximiano Herculio X et Maximiano Galerio VII [308] usque post cons. Maxim. Herc. X et Maxim. Galer. VII [309]. Marcello sarebbe stato scelto come successore di Marcellino già alla fine del 306, ma avrebbe potuto essere consacrato e prendere possesso del soglio solo il 27 maggio 308.

Alla sua ascensione ufficiale, trovò la chiesa in una situazione disastrosa. Ci fu la confisca dei luoghi di riunione e di alcuni cimiteri, nonché l’interruzione delle attività ordinarie. Oltre a questo, sorsero dissensi interni causati dal gran numero di persone che avevano abiurato la fede durante la persecuzione. Questi, sotto la guida di un apostata, pretendevano di essere riammessi in comunione senza fare atto di penitenza. Ciò perché, a loro avviso, la lunga vacanza della sede apostolica, dopo l’abdicazione dello stesso pontefice Marcellino, permetteva di ritenere tali procedure ormai obsolete e superate.

Una volta eletto, Marcello si accinse immediatamente alla riorganizzazione della Chiesa. Secondo il Liber Pontificalis suddivise il territorio metropolitano in 25 distretti (tituli) assimilabili alle odierne parrocchie, a capo dei quali vi era un presbitero che sovrintendeva alla preparazione dei catecumeni, al battesimo, alla somministrazione delle penitenze, alle celebrazioni liturgiche e alla cura dei luoghi di sepoltura e della memoria. Il suo nome, comunque, è legato soprattutto alla fondazione del cimitero di Novella (Cœmeterium Novellœ), sulla via Salaria, di fronte al cimitero di Priscilla.

Sul Liber Pontificalis si riportava: Hic fecit cymiterium Novellae via Salaria et XXV titulos in urbe Roma constituit quasi diœcesis propter baptismum et pœnitentiam multorum qui convertebantur ex paganis et propter sepulturas Inartyrum. All’inizio del VII secolo, probabilmente, a Roma esistevano 25 chiese titolari e una tradizione storica che riporta la riforma dell’amministrazione ecclesiastica dopo la persecuzione di Diocleziano, pertanto il compilatore del Liber Pontificalis la attribuì a Marcello.

Papa Marcello I (Fonte: Wikipedia)

Il lavoro del papa fu, però, presto interrotto dalla controversia dei lapsi. Marcello, forte sostenitore delle antiche tradizioni, irrigidì la sua posizione e pretese la penitenza da coloro che volevano essere riammessi. A testimonianza di questa posizione, esiste l’epigrafe composta da Papa Damaso I per la sua tomba: “Pastore vero, perché manifestò ai lapsi l’obbligo che avevano di espiare il loro delitto con le lacrime della penitenza, fu considerato da quei miserabili come un terribile nemico.

Di qui il furore, l’odio, la discordia, la sedizione, la morte. A causa del delitto di uno che anche durante la pace rinnegò Cristo, Marcello fu deportato, vittima della crudeltà di un tiranno”. A causa di tale situazione, si formò un partito che si opponeva al papa, e scoppiarono liti, sedizioni e stragi. Massenzio, che diede credito alle accuse dei turbolenti, ritenne Marcello responsabile dei disordini e lo esiliò in un luogo tuttora ignoto.

Tutto questo avvenne alla fine del 308 o all’inizio del 309, in base a quanto riportato sul “Catalogo Liberiano”, che parla di un pontificato non più lungo di 1 anno, 6 (o 7) mesi e 20 giorni. Marcello morì in esilio poco dopo aver lasciato Roma e subito lo venerarono come santo. In base alla Depositio episcoporum, alla “Cronografia” del 354 e ad altri documenti, la sua festa ricorre il 16 gennaio. Nonostante ciò, si ignorano sia il luogo dell’esilio che la data esatta della sua morte, ipotizzata verso il 16 gennaio. È certo, però, secondo il Martirologio Geronimiano, che ci fu la traslazione a Roma e la sepoltura nel cimitero di Priscilla. I suoi resti si trovano nell’antica urna di basalto verde presso l’altare maggiore della Chiesa di San Marcello al Corso.

La Passio Marcelli

Nel Liber Pontificalis e nel Breviario romano si riporta una versione diversa della morte di Marcello, versione tramandata da una Passio Marcelli del V secolo contenuta negli Acta Sanctorum: Massenzio, infuriato per la riorganizzazione della Chiesa intrapresa da Marcello, pretese che il papa rinunciasse alla sua dignità episcopale e che sacrificasse agli dèi pagani, proprio come il predecessore. Al suo rifiuto, questi dovette, come condanna, lavorare come schiavo presso una stazione postale (catabulum) di Roma.

Dopo nove mesi il clero romano lo liberò, ma ebbe una nuova condanna per aver consacrato la casa della matrona Lucina presso la via Lata. La condanna consisteva nell’accudire i cavalli ricoverati presso lo stesso catabulum. Pochi giorni dopo, Marcello morì. Tale versione fu forse creata per localizzare in qualche maniera il luogo del martirio del papa: il Titolo di Marcello, che si localizzava presso le poste pubbliche, da cui la denominazione di “San Marcello in catàbulo”. Per tale motivo si considera patrono degli stallieri e degli allevatori di cavalli.

L’attuale Chiesa di San Marcello al Corso risale all’inizio del XVI secolo, probabilmente edificata sui resti della precedente chiesa che, a sua volta, si trovava forse nel luogo del catabulum dove Marcello morì.

L’ipotesi di Theodor Mommsen

Secondo il famoso studioso tedesco, Marcello non sarebbe stato il vescovo di Roma, ma un semplice presbitero romano che aveva la reggenza dell’amministrazione ecclesiastica durante l’ultimo periodo della vacanza del soglio di Pietro. In base a questa teoria, il 16 gennaio 309 altro non sarebbe se non la data di morte di Marcellino (non più papa dalla sua abdicazione del 25 ottobre 304), a cui sarebbe succeduto papa Eusebio.

Tale ipotesi sarebbe avvalorata dal fatto che in alcuni cataloghi si menziona un solo papa, chiamato a volte Marcellino e a volte Marcello, come se si volesse rinnegare Marcellino o si confondessero i due nomi in uno solo. Comunque non vi sono prove storiche che possano avvalorare detta tesi.

Culto

La Chiesa cattolica celebra la sua memoria liturgica il 16 gennaio. Le Chiese ortodosse, invece, lo ricordano il 7 giugno.

Dal Martirologio Romano (ed. 2005):

«16 gennaio – A Roma nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria Nuova, deposizione di san Marcellino I, papa, che, come attesta san Damaso, vero pastore, fieramente osteggiato dagli apostati che rifiutavano la penitenza da lui stabilita e disonorevolmente denunciato presso il tiranno, morì esule scacciato dalla patria.»