Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 15 dicembre – Santa Maria Crocifissa Di Rosa

Maria Crocifissa Di Rosa, al secolo Paola Francesca Maria Di Rosa, è stata una religiosa italiana, fondatrice della congregazione delle Ancelle della Carità. Papa Pio XII la canonizzò nel 1954.

Il suo nome è iscritto nel Martirologio Romano al 15 dicembre.

Biografia

Santa Maria Crocifissa di Rosa è nata il 6 novembre 1813 a Brescia, in Italia. Fu battezzata Paola Francesca Maria e fu conosciuta come Paola o Paolina. Era la sesta di nove figli del nobile cavaliere Clemente di Rosa e sua moglie, la contessa Camilla Albani. Il padre era un ricco uomo d’affari che possedeva una grande filanda e una panchina della chiesa. Era una famiglia felice, e sin dall’infanzia Paola mostrò una pietà viva e simpatia per i poveri. Sua madre morì quando aveva undici anni, ma la vita non cambiò molto, perché la routine familiare era ben consolidata. Le suore in visita educarono lei e le sue sorelle, insegnarono alle ragazze oltre al catechismo, a cucire, cucinare, fare musica e poesia.

Quando Paola aveva 17 anni, lasciò la scuola per prendersi cura della casa di suo padre. Egli incominciò a cercare un marito per lei, e quando trovò un giovane adatto, Paola ne fu piuttosto turbata. Confessò i suoi problemi all’arcivescovo della cattedrale, monsignor Faustino Pinzoni, un sacerdote saggio che aveva già preso cura dei suoi problemi spirituali in modo ben ponderato. Cominciò a parlare con Clemente di Rosa e gli disse gentilmente che sua figlia aveva deciso che non si sarebbe mai sposata.

Per i successivi dieci anni, Paola ha continuato a vivere a casa, ma divenne sempre più coinvolta nel lavoro sociale, trovando un degno esempio in suo padre. Fu coinvolta nella cura spirituale delle ragazze e delle donne della filanda del padre ad Acquafredda e nella sua tenuta di campagna a Capriano. Quando scoppiò un’epidemia di colera a Brescia nel 1836, Paola chiese al padre il permesso di lavorare all’ospedale ed egli acconsentì. L’ospedale accolse Paola con la vedova Gabriela Echenos Bornati, che aveva già una certa esperienza nell’assistenza infermieristica. In questa calamità diede un esempio di lavoro disinteressato e di un’accoglienza amichevole che lasciò un’impressione profonda.

In seguito, nel 1837, a Paola fu chiesto di prendersi cura di un’istituzione che era una specie di laboratorio per ragazze povere e abbandonate. Fu una posizione delicata e difficile per una giovane donna di soli 24 anni. Dopo aver operato con successo per due anni, si dimise dopo un conflitto con il consiglio, che non voleva che le ragazze rimanessero in casa. Allo stesso tempo, rivolse la sua attenzione a un progetto che era stato ideato da suo fratello Filippo e da Mons. Pinzoni, cioè una scuola per ragazze sordomute, sul modello del lavoro del Beato Luigi Pavoni per i ragazzi. Questa scuola era solo nelle fasi iniziali quando Paola lo consegnò alle sorelle Canossiane, che volevano realizzare la stessa opera a Brescia su più vasta scala.

 

 

Fonte: Wikipedia