Il Santo del Giorno

Santo del Giorno, 14 ottobre – San Callisto I

Callisto I, (conosciuto in latino col nome di Callixtus o Calixtus), è stato il 16º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa all’incirca dal 217 al 222.

Biografia

Quasi tutte le notizie sulla sue figura si devono a sant’Ippolito, che forse inserì fatti malevoli nella sua biografia. Sarebbe stato schiavo e malversatore del denaro del suo padrone Carpoforo. Fuggì e venne riacciuffato venendo condannato alla macina. Appena graziato provocò dei disordini in una sinagoga, finendo per essere condannato alle miniere in Sardegna nel 186-189 circa.

Più sicure sono le notizie dopo la sua liberazione, dopo il 190-192. Da liberto aprì un banco nella regio terza di Roma, popolata quasi esclusivamente da cristiani, che fallì travolta dalla crisi inflazionistica del II secolo. Fu diacono di Zefirino, che gli affidò la direzione di un cimitero sulla via Appia (detto appunto catacombe di San Callisto).

Pontificato

Nonostante si faccia iniziare il suo pontificato nel 217, il suo contemporaneo, Giulio Africano, indicava la data della sua ascesa al soglio di Pietro nel primo (o secondo?) anno del regno di Eliogabalo, 218 o 219. Comunque, sia Eusebio di Cesarea che il Catalogo Liberiano concordavano nel riconoscergli cinque anni di episcopato.

La sua elezione provocò lo scisma di Ippolito di Roma, considerato antipapa.

L’Historia Augusta afferma che un luogo su cui fece erigere un oratorio fu rivendicato da dei tavernai (popinarii), ma l’imperatore decise che un luogo per l’adorazione di qualsiasi dio era meglio di qualunque taverna. Si dice che questa sia stata l’origine della basilica di Santa Maria in Trastevere. Tuttavia, secondo quanto affermato nel Catalogo Liberiano, questa basilica fu fatta costruire da papa Giulio I. Forse l’intervento costruttivo di papa Callisto è da ricercarsi nella vicina chiesa di San Callisto. Essa, inoltre, contiene un pozzo in cui la leggenda dice che fu gettato il corpo del papa. È questa, con molte più probabilità, la chiesa fatta edificare da Callisto.

Quasi tutto quello che sappiamo di questo papa proviene dagli scritti dei suoi acerrimi nemici, Quinto Settimio Fiorente Tertulliano e l’autore del Philosophumena, l’antipapa Ippolito. Si tratta, perciò, di notizie tendenziose, che cercano di farlo apparire una persona riprovevole e odiosa.

Tesi avversa a Callisto

Secondo il Philosophumena, che lo definiva “uomo industrioso per il male e pieno di risorse per l’errore”, Callisto era lo schiavo di un certo Carpoforo, un cristiano della famiglia imperiale. Costui affidò grandi somme di denaro a Callisto, che creò una banca in cui orfani e vedove potevano portare i loro soldi. Callisto, però, perse tutto e scappò. Carpoforo lo seguì fino a Porto, dove Callisto si stava imbarcando su una nave. Vedendo il suo padrone avvicinarsi su una barca, lo schiavo si gettò in mare per suicidarsi, ma fu salvato, trascinato a riva, e consegnato al padrone affinché lo punisse.

I creditori, credendo che avesse ancora i loro soldi, implorarono affinché fosse rilasciato: Callisto però non li aveva più, così cercò di nuovo la morte attaccando e insultando gli ebrei nella loro sinagoga. Gli ebrei lo trascinarono di fronte al prefetto Fusciano, dove Carpoforo dichiarò che Callisto non doveva essere considerato come un cristiano, ma il prefetto, pensando che il padrone stesse tentando di salvare il suo schiavo, condannò Callisto ai lavori forzati nelle miniere in Sardegna (ad metalla). Qualche tempo dopo, Marcia, l’amante di Commodo, convocò papa Vittore I e gli chiese se c’erano cristiani in Sardegna. Questi le diede un elenco, senza includere Callisto. Marcia spedì allora un emissario con l’incarico di far rilasciare i prigionieri. Callisto si gettò ai suoi piedi, e lo implorò di portarlo con sé. Vittore si risentì dell’accaduto, ma essendo un uomo compassionevole, lasciò Callisto ad Anzio con una sovvenzione mensile.

Quando Zefirino divenne papa, Callisto fu richiamato e organizzò il primo cimitero della Chiesa, con una catacomba privata, che fin da allora si chiama “catacombe di Callisto”. Callisto ebbe grande influenza sull’ignorante, analfabeta ed avido Zefirino. Comunque, non ci sono testimonianze su come lo schiavo fuggitivo (per la legge romana, libero dal suo padrone, che aveva perso tutti i diritti quando Callisto venne condannato ai lavori forzati) divenne prima arcidiacono e poi papa.

Antitesi

Döllinger e de Rossi hanno però demolito questa tesi. Tanto per cominciare, Ippolito non affermava che Callisto perse i soldi depositati presso di lui per sua colpa. Questi poi, evidentemente, si gettò dalla nave più per scappare che per commettere suicidio. Quel Carpoforo, un cristiano, avrebbe dovuto evitare ad un suo schiavo cristiano una punizione orribile e ciò non depone bene sul carattere del padrone. Mentre l’intercessione dei cristiani per Callisto depone a favore di quest’ultimo. È assurdo, inoltre, sostenere che corteggiò la morte attaccando una sinagoga. Ne consegue che chiese ai debitori ebrei di rimborsargli ciò che gli dovevano. La dichiarazione stessa che Carpoforo rilasciò dinanzi al prefetto sulla non cristianità di Callisto era falsa.

Ippolito stesso, infatti, diceva che era proprio in qualità di cristiano che Callisto fu spedito alle miniere, e che in qualità di cristiano avvenne il rilascio. Se papa Vittore accordò a Callisto una sovvenzione mensile, è evidente che non si pentì della sua liberazione. È, inoltre, molto improbabile che Zefirino fosse ignorante e avido. Callisto non si sarebbe potuto elevare così in alto senza considerevoli doti. E lo spirito vendicativo dimostrato da Ippolito insieme alla sua teologia non ortodossa spiega perché Zefirino ripose la sua fiducia in Callisto piuttosto che nel dotto discepolo di Ireneo.

Papa e martire (Fonte: Wikipedia)

Morte e sepoltura

Callisto fu il primo papa iscritto nel Depositio martyrum del IV secolo, fonte che riporta il suo martirio.

Subì il martirio attorno al 222, forse durante una sollevazione popolare. Secondo la tradizione, l’imperatore Alessandro Severo, benevolente nei confronti dei cristiani, lo tenne in grande considerazione tributandogli onori divini. Conservò la sua immagine in una sorta di piccolo tempio nella propria dimora e ordinò la costruzione di un tempio per il Dio dei cristiani, causando la sollevazione popolare dei pagani. In assenza dell’imperatore, lo catturarono, lo percossero con verghe, defenestrarono con un sasso legato al collo, e quindi lo annegarono in un pozzo.
Intorno ad esso fu edificata la chiesa omonima, nelle immediate vicinanze della Basilica Maggiore di Santa Maria in Trastevere.

Fu sepolto nella catacomba di Calepodio sulla via Aurelia. Nel 790 papa Adriano I fece traslare le sue reliquie nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Papa Gregorio IV (827-843) ritrovò il suo corpo e quello di san Calepodio sotto l’ingresso della basilica e li fece deporre sotto l’altare maggiore.

Culto

Il suo ricordo liturgico, secondo il Depositio martyrum (Callisti in viâ Aureliâ miliario III) e i martirologi seguenti, ricorre il 14 ottobre.

Dal Martirologio Romano (ed. 2004):

«14 ottobre – San Callisto I, papa, martire: da diacono, dopo un lungo esilio in Sardegna, si prese cura del cimitero sulla via Appia noto sotto il suo nome, dove raccolse le vestigia dei martiri a futura venerazione dei posteri; eletto poi papa promosse la retta dottrina e riconciliò con benevolenza i lapsi, coronando infine il suo operoso episcopato con un luminoso martirio. In questo giorno si commemora la deposizione del suo corpo nel cimitero di Calepodio a Roma sulla via Aurelia.»

È venerato come patrono di coloro che lavorano nei cimiteri.

 

 

Fonte: Wikipedia