Santo del Giorno, 12 maggio – Sant’Epifanio di Salamina
Epifanio di Salamina è stato un vescovo e scrittore greco antico venerato come Santo e Padre della Chiesa.
Epifanio durante un viaggio in Palestina entrò in una Chiesa e vide una tenda con un’immagine di Cristo o di un Santo che egli strappò. Egli disse al vescovo Giovanni che tali immagini erano “opposte… alla nostra religione”. Questo evento generò la disputa tra, da una parte, Rufino e Giovanni contro, dall’altra, San Girolamo ed Epifanio. Epifanio alimentò questo conflitto ordinando un sacerdote al monastero di Girolamo a Betlemme, sconfinando quindi nella giurisdizione di Giovanni.
Nel corso di questa disputa, Epifanio sviluppò l’abilità di parlare ebraico, siriaco, egiziano, greco e latino. Per questo Girolamo lo soprannominò Pentaglossis (“Cinque lingue”). Dopo la consacrazione a vescovo di Salamina e di Cipro, nel 365 o 367, divenne anche Metropolita della Chiesa ortodossa di Cipro. Qui rimase come vescovo per oltre quarant’anni. Presenziò al sinodo di Antiochia (376), nel quale si dibatterono le questioni trinitarie contro l’eresia dell’Apollinarismo. Durante questo sinodo difese le posizioni del vescovo Paolino II di Antiochia, che aveva il sostegno di Roma, contro Melezio di Antiochia, sostenuto dalla Chiesa di Antiochia. Fu presente nel 382 al Concilio di Roma, di nuovo difendendo le tesi di Paolino di Antiochia.
Nel 399 la disputa assunse un’altra dimensione. Il vescovo di Alessandria, Teofilo, che aveva inizialmente sostenuto Giovanni, cambiò opinione e iniziò a perseguitare i monaci origenisti in Egitto. Come risultato di questa persecuzione quattro di questi monaci, i cosiddetti fratelli alti, fuggirono in Palestina. Successivamente si recarono a Costantinopoli, cercando sostegno e diffondendo la polemica. Giovanni Crisostomo, vescovo di Costantinopoli, diede rifugio ai monaci.
Il vescovo Teofilo di Alessandria vide la sua occasione di usare questo evento per abbattere il suo nemico Crisostomo. Nel 402 egli convocò un Concilio a Costantinopoli, e invitò coloro che erano favorevoli alla sua visione anti-Origene. Epifanio fu uno di quelli convocati e decise di cominciare il viaggio a Costantinopoli. Tuttavia si rese conto che Teofilo lo aveva usato come strumento contro il Crisostomo. Per questo motivo tornò a Salamina, finendo col morire sulla strada di casa nel 403.
OPERE
Di grande importanza è Ancoratus, ovvero l’uomo ben ancorato, scritto nel 374. In italiano è tradotto con L’ancora della fede. Subito dopo (374-377) scrisse la sua opera più nota, il Panarion. In quest’opera si considerano e combattono circa 80 eresie diverse. Il titolo Panarion indica la cassetta di pronto soccorso con le medicine contro il veleno dei serpenti. Fu un enorme compendio delle eresie diffuse al suo tempo, ricco di citazioni di opere pervenute in frammenti e altrimenti andate perdute. Era fortemente contrario all’uso delle immagini sacre nella Chiesa. Il Panarion è stato tradotto in inglese per la prima volta tra il 1987 e il 1990.
In totale, elenca e confuta 80 diverse eresie, molte delle quali nominate soltanto nella sua opera.
Nel primo libro, suddiviso in tre tomi, si combattono 46 eresie. Tra queste barbarismo, scitismo, ellenismo, giudaismo e samaritanismo, per il periodo prima di Cristo, e molte altre dai simoniani ai tazianei per quello successivo. Il secondo libro combatte 23 eresie, dagli encratiti agli ariani, ed è articolato in due tomi. Il terzo, pure articolato in due tomi, confuta le eresie dagli audiani, colliridiani ai messaliani. Conclude con un trattato che sintetizza la dottrina ortodossa.
Di lui si conoscono altre tre opere minori. Ricordiamo il curioso trattato De duodecim gemmis quae sunt in veste Aaron, ed alcuni frammenti di lettere.
Fonte: Wikipedia