Il miglior ambasciatore della lingua italiana nel mondo è, strano a dirsi, il capo di uno stato straniero: Papa Francesco. L’italiano, infatti, è la lingua che lui usa quasi sempre durante i suoi discorsi, le sue omelie, le sue conferenze.

Ma non è l’unico. Tornando indietro nel tempo, effettivamente, i vari pontefici che si sono susseguiti sono sempre stati un mezzo potente per portare la lingua italiana in tutto il mondo. Tutto questo avviene sebbene la lingua ufficiale della Santa Sede sia il latino e nonostante per le comunicazioni diplomatiche si usi il francese.

Tutto ciò è confermato anche da Claudio Marazzini, presidente dell’ Accademia della Crusca, che in una recente intervista ha affermato: “Il fatto che un papa argentino, come Francesco, tenga all’estero discorsi in italiano è un fatto che desta grande interesse, come del resto il fatto che i vaticanisti di tutto il mondo debbano sapere l’italiano. L’ uso internazionale che la Chiesa fa della nostra lingua contrasta con scelte un po’ miopi che a volte fanno le istituzioni italiane, come per esempio vincolare all’inglese non soltanto le domande per il fondo Italiano per la scienza, ma anche i relativi colloqui. […] Per fortuna l’italiano a volte trova la forza di un potere attrattivo anche a dispetto di queste scelte.”