Commento al Vangelo, 28 luglio 2024 – Gv 6, 1-15
Nel brano evangelico proposto si descrive il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. La scena è caratterizzata da una grande folla bisognosa di cibo, cinquemila uomini, e le poche risorse a disposizione, cinque pani d’orzo e due pesci di un ragazzo.
Questa sproporzione tra bisogno e risorse diventa l’espressione della nostra condizione umana segnata dal bisogno, che sempre supera le nostre risorse. Gesù mette alla prova i discepoli, li spinge a cercare una soluzione e a non scoraggiarsi di fronte a quella che è la caratteristica tipica della nostra vita. Di fronte allo smarrimento di Filippo e di Andrea, Gesù propone una risposta, che è sempre la stessa e vale anche per noi: il coraggio di dare il poco che si ha.
Infatti il miracolo della moltiplicazione avviene quando si ha il coraggio di dare il poco che si ha; solo allora si riceve la benedizione.
Ecco il messaggio di questo evento miracoloso: imparare a dare il poco che abbiamo.
Cos’è il poco che abbiamo, che, se dato, si moltiplicherebbe?
La nostra capacità di fare, di amare, di pregare… quel qualcosa che proprio perché poco, sempre ci fa sentire non all’altezza. È questo poco che dobbiamo dare al Signore.
È un atteggiamento di fede, è confidare nel Signore senza avere paura del poco che siamo e che abbiamo. Ciò ci guarisce da ogni tentazione meritoria e di pretesa nei confronti del Signore e della vita, ci libera da ogni presunzione e ci fa essere umili e fiduciosi e perciò coraggiosi.
Di fronte alla nostra indigenza la risposta è sempre la stessa: non aspettare di avere tanto per dare, ma cominciare a condividere il poco che si ha. Così avviene la moltiplicazione e Dio benedice la nostra fede.
Ecco, quindi, la vera moltiplicazione: la benedizione della nostra fiducia che ci fa confidare sempre e nonostante tutto nel Signore che mai ci abbandona, che viene in nostro aiuto senza giudicare o disprezzare il nostro poco. In realtà il nostro poco non fa altro che esaltare la bontà di Dio e rafforzare la nostra fede.
Dio non moltiplica prima, ma solo dopo che abbiamo offerto il nostro poco. Ciò che interessa a Dio è che cresciamo nella fiducia e vinciamo la paura del non avere e di non farcela.
È la pedagogia divina: insegnarci ad avere fiducia sempre in ogni situazione, fiducia anche quando sembra che non ce la facciamo.
Cosa fare?
Non lamentarsi del poco che si ha, ma essere grati; chiedere sempre aiuto al Signore; condividere il poco che si ha.
Allora ci sarà il vero miracolo della moltiplicazione, quello della nostra fede.