Commento al Vangelo, 23 luglio 2023 – Mt 13,24-43
Il Vangelo ci riporta tre parabole che descrivono il regno dei cieli: la parabola del buon seme e della zizzania che cresce nello stesso campo, la parabola del granello di senape che da piccolo diventa il più grande albero dell’orto e la parabola del lievito che fa fermentare tutta la farina.
In questo modo Gesù descrive il regno dei cieli, il Suo modo di agire in mezzo a noi.
Ciò che accomuna queste parabole è che sempre c’è un intervento di Dio, libero e gratuito, che cambia la situazione. Esse descrivono un Dio che prende l’iniziativa per cambiare in meglio la
nostra vita, che sta al nostro fianco e ci assicura che Lui è il nostro custode, che nulla andrà perduto e che tutto verrà salvato, anche quando sembra prevalere il male. È un Dio che lavora per ciascuno di noi, buoni e cattivi, finché non avrà raggiunto il suo scopo: la nostra gioia e la comunione con Lui. È un Dio che sa portare a compimento il suo progetto di pace, che non si scoraggia dei nostri limiti e non si tira indietro nell’offrirci il suo dono di comunione.
È un Dio buono e tenace, un Dio fedele nell’amore verso di noi.
E questo basta per indicarci quale sia il cuore di Dio e per guarirci da ogni ansia di salvezza e paura di condanna e di abbandono. In questo modo viene vinta la paura del peccato: l’amore di Dio è più forte e alla fine trionfa sempre e comunque.
È un Dio che ama e cura i suoi figli nonostante tutto e al di là della nostra risposta.
Le tre parabole non fanno altro che iniettare in chi ascolta una pace forte e un’accoglienza gioiosa e grata. Esse ci guariscono dalla paura della nostra miseria offrendoci uno sguardo positivo sulla vita perché amata e curata da Dio, che usa misericordia con tutti noi.
La parabola del buon seme e della zizzania che crescono nello stesso campo invita a non scoraggiarci del miscuglio di bene e male che possiamo incontrare attorno a noi e dentro di noi.
Non bisogna scoraggiarsi, perché Dio non abbandona il campo e alla fine il male non prevarrà.
Lui è il nostro custode che ama il suo campo.
La parabola del piccolo granello di senape invita ad avere fiducia in Dio che sa condurre bene la nostra vita, a non disperarsi se i frutti tardano, se le nostre piccolezze ci sovrastano. Alla fine il seme cresce mentre i nostri limiti verranno superati dal dono di Dio. È l’invito a non lasciarsi ipotecare il futuro dalle nostre miserie, perché il futuro dipende da Dio, non dalle nostre forze.
La parabola del lievito che fa fermentare tutta la pasta riassume bene il modo di agire di Dio. È tutta la farina che fermenta, non solo una parte. Egli ama e si preoccupa di tutta la nostra vita perché tutto sia benedetto e trasformato. È la promessa che nulla andrà perduto, ma tutto verrà trasformato dal suo amore che come lievito raggiunge ogni angolo della nostra vita. Dio ama la nostra vita e vuole la nostra gioia.
Le tre parabole ci rassicurano e ci fanno riposare nella mani di Dio che con il Suo sguardo misericordioso ci accompagna finché non si compia il Suo regno di comunione.
La nostra vita non rimarrà senza frutto.
E seppur la nostra risposta rimarrà sempre imparagonabile con la sua vicinanza e i suoi doni, sarà sempre piena di stupore e di profonda gratitudine per il suo amore verso di noi.