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Commento al Vangelo, 22 settembre 2024 – Mc 9,30-37

Ciò che colpisce in questo brano evangelico è la sproporzione del discorso fatto da Gesù e la discussione dei discepoli. Gesù parla della Sua prossima dipartita e della Sua resurrezione, i discepoli invece parlano di chi sia il più grande.
Erano ciechi e sordi al pensiero di Dio. Avevano davanti a loro Gesù come modello, un Gesù disposto ad essere consegnato nelle mani degli uomini che lo avrebbero ucciso perché si fidava di Dio che l’avrebbe risuscitato, eppure non capivano ed erano accecati da una valutazione puramente mondana. Per loro la grandezza era questione di posti, per Gesù invece era una questione di fiducia.
Ecco che allora Gesù prende un bambino e spiega ai discepoli in che cosa consiste la vera grandezza. Per Gesù è grande colui che si fida come un bambino.
Per gli ebrei un bambino dipende dai genitori fino al momento in cui, all’età di 13 anni, raggiunge l’età della maturità e diventa responsabile davanti alla Legge. Fino ad allora è considerato irresponsabile e senza peccato.
Usando questo esempio, Gesù indica che la vera grandezza di un discepolo consiste nel saper dipendere da Dio, nell’avere fiducia anche quando le vicende della vita non sono favorevoli.
La grandezza dipende non da ciò che uno fa o da ciò che sa, ma in chi ha fiducia. E se la nostra fiducia è in Dio, allora qualsiasi cosa facciamo non cambia il Suo sguardo su di noi: davanti a
Lui rimaniamo innocenti come bambini, non perché senza peccato, ma perché Dio è buono con noi.
Allora assumiamo le modalità di un bambino, pieni di fiducia in Dio che ama e salva.
Pertanto non affanniamoci per le vicende della vita cercando di rimanere sempre a galla e di essere primi in tutto davanti a tutti. Fidiamoci del Signore che ci ama e ha cura di noi sapendo che se anche il nostro cuore ci rimprovera qualcosa, Dio è più grande del nostro cuore. (cfr. 1Gv 3,19-20). Sempre troveremo accoglienza e misericordia.
È questo atteggiamento di filiale e serena fiducia che ci permette di non avere pretese per il bene fatto e neppure sensi di colpa per le malefatte che continuamente compiamo.
Ecco la vera grandezza: fidarci di Dio come un bambino.