Commento al Vangelo, 22 agosto 2021 – Gv 6,60-69
Per comprendere il valore di questo brano evangelico dovremmo porci la seguente domanda: un apostolo come Pietro senza Gesù cosa sarebbe?
La risposta risulta molto semplice: un semplice pescatore.
Con Gesù, invece, Pietro diventa un apostolo, un uomo, seppure debole, capace di credere che la vita può cambiare anche e proprio partendo dalle proprie disgrazie. L’incontro con Gesù e la missione affidata non fanno di Pietro un super uomo, ma un uomo che è cosciente delle sue debolezze, ma con una speranza nuova: la vita può cambiare. Ecco quindi la risposta di Pietro, alla domanda di Gesù se voleva andarsene: Tu hai parole di vita eterna. Pietro riconosce che solo Gesù ha parole che danno la vita che non conosce fine e che continuamente si rinnova.
Ma cosa significa l’espressione parole di vita eterna?
Per capirlo dobbiamo andare a vedere l’esperienza dei discepoli di Emmaus (cfr. Lc 24,13-35), quando ascoltando Gesù che parlava loro durante il cammino, il loro cuore oramai chiuso e scoraggiato di fronte agli eventi dolorosi della crocifissione, comincia a scaldarsi, rinasce la speranza e la voglia di restare assieme. Ecco quindi la missione che diventa un correre dai fratelli per comunicare la resurrezione in cui non credevano e che pensavano fosse un vaneggiamento di donne.
La stessa esperienza di Pietro pescatore (cfr. Lc 5,1-11) che deluso per non aver pescato nulla durante la notte, ascoltando Gesù che, salito sulla sua barca, predica alla folla, riprende il coraggio per affrontare nuovamente il lago di Tiberiade in pieno giorno, quando nessuno pesca, per lanciare ancora una volta le reti.
Di nuovo Pietro quando dopo la resurrezione ritorna a pescare sul lago di Tiberiade quasi a significare che oramai la sua missione è finita perché nell’ora della prova è venuto meno e ha rinnegato Gesù. A Pietro era già apparso Gesù risorto, ma forse non credeva più in una sua redenzione pastorale; non era più degno di essere un apostolo. Ma è ancora Gesù che, sul far del mattino, dalla riva del lago invita gli apostoli sulla barca con Pietro a rilanciare le reti, ancora vuote, per la pesca.
Le parole di Gesù fanno rinascere la speranza e la gioia di seguirlo, ci guariscono da ogni atteggiamento di inadeguatezza e ci confermano che vale la pensa fidarsi di lui.
Ecco quindi la fedeltà. Fedeltà è continuare a rimanere accanto a Gesù perché, nonostante le nostre debolezze e le nostre difficoltà a seguirlo e i dubbi a fidarci di lui, ascoltando la sua parola sempre in noi rinasce la vita, una speranza che ci riscalda il cuore e ci apre gli occhi così che riconosciamo che lui è il Santo di Dio, la nostra salvezza.
Cosa fare?
Non smettere mai di ascoltare la sua parola, specialmente quando sentiamo venire meno le forze, quando siamo appesantiti dai nostri problemi, quando ci tiranneggia il peccato. Questo è il momento migliore per ascoltare e così risorgere.
La fede in Gesù non fa altro che creare cose nuove e farci superare pesi e difficoltà che abbiamo sulle spalle. Solo il Signore ha parole di vita eterna capaci di nuova speranza e di cambiare la nostra situazione di vita.
Ascoltando la parola di Gesù tutti da semplici pescatori diventiamo apostoli, da tristi discepoli ci trasformiamo in gioiosi e intrepidi evangelizzatori e da scoraggiati credenti recuperiamo la fiducia nella nostra missione.