Commento al Vangelo, 18 agosto 2024 – Gv 6,51-58
Nel Vangelo troviamo Gesù che sta parlando ai Giudei circa il mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue. Sta alludendo all’Eucaristia, ma usa parole che per un Giudeo sono inaccettabili, dato che per il credo ebraico non è possibile mangiare carne con il sangue. Se Gesù avesse usato altre parole ciò sarebbe stato più comprensibile.
Ma perché usare un linguaggio così crudo e ostico?
Possiamo trovare una possibile risposta nel confronto con la manna, che servì agli Israeliti per sopravvivere nel deserto e giungere alla Terra Promessa. La manna fu un dono di Dio; diversamente sarebbero morti nel deserto. Gesù usa questo paragone per affermare che se vogliamo camminare dobbiamo nutrirci di Lui, perché Lui stesso è il vero pane.
Che significa nutrirci di Gesù?
Al di là del significato eucaristico chiaramente presente nel testo evangelico in questione, fondamentalmente significa avere fiducia in Gesù. È Lui infatti che ci mantiene in vita e ci permette di vivere la comunione con il Padre. Avere fiducia in Gesù significa consegnare a Lui tutte le nostre preoccupazioni di modo da vivere il tempo presente certi che nulla ci separerà dal Suo amore. Si tratta di camminare nella fiducia, cioè in ogni cosa, proprio in tutto, chiedere aiuto al Signore e ringraziarLo per ogni evento, buono e meno buono, sapendo che tutto concorre al nostro bene.
Così pure la lettera agli Efesini proposta dalla liturgia (cfr. Ef 5,15-20) ci esorta a fare buon uso del tempo dato che i giorni sono cattivi.
In altre parole potremmo tradurre il tutto nella seguente domanda: cosa fare quando la vita non è a noi favorevole? Mantenere viva la fiducia in Dio, cercando la Sua volontà, intrattenendoci vicendevolmente e rendendo continuamente grazie per ogni cosa.
Nei momenti difficili la nostra fiducia è messa a dura prova, ed è facile trovare soluzioni contrarie al Vangelo e lasciarsi cadere nello scoraggiamento. Per questo nelle prove bisogna perseverare nel fare il bene e affidarsi a Dio con la preghiera.
Quando i tempi sono difficili bisogna evitare di stare soli ed imparare a chiedere aiuto ai fratelli, cercando la loro compagnia, di coloro che hanno fiducia nel Signore per essere incoraggiati e consolati.
Rendere grazie sempre e per ogni cosa libera il nostro cuore da ogni ansietà e amarezza. Ringraziando, purifichiamo il nostro sguardo così da vedere la bontà che Dio ha per noi.
Perseverare nel bene, cercare la compagnia dei fratelli e ringraziare per ogni cosa sono i tre aspetti della fiducia richiesta da Gesù esemplificata nel mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue.