Approfondimenti

Commento al Vangelo, 17 luglio 2022 – Lc 10,38-42

Ciò che colpisce in questo brano evangelico è l’espressione di Gesù rivolta a Marta che chiede un suo intervento perché lasciata sola nei servizi, mentre sua sorella Maria, seduta ai suoi piedi lo stava ad ascoltare: ma di una cosa sola c’è bisogno.
Ecco quindi la domanda: di che cosa abbiamo bisogno?
Si può rispondere: dipende da ciò su cui fissiamolo sguardo.
Se guardiamo in senso orizzontale, cioè i bisogni e quindi le cose da fare, allora abbiamo bisogno di fare di più, di moltiplicare le opere di qualsiasi tipo.
Se guardiamo invece in senso verticale, cioè il Signore, allora la cosa più importante è ascoltare.
Per Gesù, infatti, la cosa più importante è ascoltare.
È buona cosa preparare tutto il necessario per accogliere il Signore, per rendere la nostra vita più perfetta, purificarci e arricchirci con opere di carità, ma sembra che questo non sia la cosa più importante. Sembra, invece, che la cosa più importante sia ascoltare il Signore che parla, più di qualsiasi preparazione per incontrarlo.
Il vangelo è la forma privilegiata con cui parla il Signore. Certamente vi sono anche altre forme come il cuore, i sentimenti, i segni, i fratelli, le vicende della vita, la Chiesa…
Ascoltiamo!
Cosa dobbiamo fare per ascoltare?
Fare come ha fatto Abramo. Quando il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, egli sedeva all’ingresso della tenda. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui (cfr. Gen 18,1-2). Se Abramo non avesse alzato gli occhi, non avrebbe visto il Signore, non gli avrebbe offerto accoglienza e non avrebbe ricevuto la promessa della nascita di Isacco: Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio (Gen 18,10).
Abramo era seduto all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno come ad indicare un segno di stanchezza interiore. Da 25 anni attendeva la realizzazione della promessa di una discendenza. Nonostante fosse impreparato e non fosse in piena forma, ha avuto ancora la forza di alzare lo sguardo e ha visto il Signore che stava davanti a lui. Ha vinto lo scoraggiamento alzando lo sguardo, ha visto ed ha nuovamente ascoltato la promessa.
Anche a noi è chiesto questo coraggio di tenere gli occhi in alto senza lasciarci prendere dallo scoraggiamento, tipico della vita che non sempre ci è benevola. Non lasciamo che il tempo e le difficoltà ci rendano duri e insensibili; non lasciamoci prendere dalle mille cose da fare; non inganniamoci nel voler fare molte cose per vincere lo scoraggiamento e ingannare la nostra mancanza di fiducia nel Signore.
Ma per ascoltare bisogna alzare lo sguardo in alto, verso il Signore, senza fermarsi alle prime impressioni e andare oltre cercando di vedere i segni della sua presenza. Gesù ci indica la cosa di cui c’è bisogno: vedere per ascoltare.