Commento al Vangelo, 12 novembre 2023 – Mt 25,1-13
Di certo il Signore verrà, ma ciò che conta non è quando, ma come attendere il Signore che
viene a vistarci fin da ora nelle vicende della nostra vita terrena.
È proprio questo che ci racconta la parabola delle dieci vergini. Cinque sono sagge, cinque
stolte, come a suggerire che tutti riceviamo la visita del Signore. Ecco quindi l’invito ad
assumere atteggiamenti saggi che ci permettano di rispondere al Signore che viene.
Questo atteggiamento saggio non si identifica però con una perfezione morale, ma piuttosto
nella capacità di rispondere al Signore. Infatti, tutte le dieci vergini si addormentano nell’attesa
dell’arrivo dello sposo. La debolezza è parte della nostra vita. Sempre rimarremo deboli e
bisognosi di misericordia; tutti siamo peccatori! L’attesa ha snervato tutte le dieci vergini,
nessuna è riuscita a rimanere sveglia nell’attesa dell’arrivo dello sposo. L’attesa indebolisce
chiunque. E in questo le vergini non vengono biasimate.
La nostra lotta non sta nell’eliminare la debolezza, ma nel sapere reagire in modo saggio al grido
dell’annuncio dell’arrivo dello sposo.
La vita con le sue vicende, buone e cattive, non sono altro che delle grida che annunciano che il
Signore è vicino; è l’invito a riconoscere la presenza del Signore anche quando è mezzanotte,
quando tutto è buio, proprio quando uno meno se lo aspetta e nulla si aspetta di nuovo. È
mettersi nell’ottica che niente è nascosto al Signore, che tutto è da Lui guidato con la Sua mano
di buon pastore, che tutto è da Lui visto con compassione. Siamo sempre nelle Sue mani!
In ogni circostanza è necessario accendere immediatamente la nostra lampada, come hanno
fatto le dieci vergini. E per questo serve l’olio. Il nostro compito non è tanto rimanere svegli, ma
accendere la lampada quando viene lo sposo e andargli incontro.
In questo punto la parabola accenna al fatto che le lampade erano spente e l’olio terminato. Solo
le cinque vergini sagge avevano olio in riserva e così hanno acceso le loro lampade e hanno
seguito lo sposo.
Ecco la saggezza indicata dalla parabola: avere olio in riserva.
Ma cos’è questo olio che serve per accendere la lampada, che si è spenta durante l’attesa?
La riserva di olio è ciò che ci permette di ripartire e di rialzarci per andare incontro al Signore
quando viene a visitarci. E ciò che ci aiuta è la preghiera e l’aiuto dei fratelli. Così è stato anche
per Gesù che nell’ora più buia, nell’orto del Getsemani, si ritira in preghiera con i suoi discepoli
e chiede che rimangano e veglino con Lui. Per Gesù fu un momento oscuro che però ha saputo
interpretare come una visita del Padre che gli anticipava la resurrezione. Certamente non fu
facile accendere la lampada e seguire l’invito del Padre ad andare incontro alla morte di croce e
vedere in essa il compimento delle promesse. Aveva bisogno di olio: una preghiera intensa e la
vicinanza degli apostoli.
Preghiera e fratelli ci permettono di vegliare, di interpretare rettamente la visita del Signore nelle
vicende umane con la certezza che Lui sarà al nostro fianco.