Commento al Vangelo, 11 giugno 2023 – Gv 6,51-58
Oggi la Chiesa celebra la festa del Corpo e del Sangue di Gesù.
Il Vangelo ci ricorda che Gesù stesso è il vero cibo e chi si nutre di Lui riceve la vita, anzi vivrà grazie a Lui e per Lui. È un dono di vicinanza e di comunione che ci viene offerto perché potessimo avere un pegno concreto del Suo amore e della resurrezione che ci attende. Ecco che l’Eucarestia non è un premio che si riceve dopo aver superato le prove, ma è un dono generoso che risponde al nostro bisogno di sentire la misericordia di Dio, di sperimentare che non siamo abbandonati e per vincere ogni dubbio sull’amore di Dio per noi. L’eucarestia è lo strumento che ci sostiene e infonde la speranza che non ci verrà mai a mancare la vita eterna. Sotto le specie del pane e del vino, abbiamo un “qualcosa” di tangibile che ci rassicura. E questo “qualcosa” è in realtà il “Qualcuno”che ci sta accanto offrendoci la salvezza: è Gesù stesso. L’Eucarestia è vicinanza.
Nel Vangelo quando Gesù parla di mangiare del Suo corpo e di bere del Suo sangue, non parla solo simbolicamente per indicare un’accoglienza interiore della persona di Gesù, ma compie un passo ulteriore parlando di un masticare reale, concreto. Non è quindi solo un discorso simbolico, ma è un mangiare reale, concreto che ci permette di entrare in una comunione sensibile con Gesù perché siamo bisognosi di comunione. L’Eucarestia è presenza reale.
È un cibo e come tale non si conserva, ma si consuma per avere la vita. Mangiare del corpo di Gesù e bere del Suo sangue è un modo di dipendere da Lui e da Lui attendere la salvezza. Non siamo più noi a salvarci da soli, ma da Lui riceviamo la vita per sempre. L’Eucarestia è vivere la salvezza.
Trattandosi di cibo, si consuma partecipando al banchetto. E al banchetto si partecipa con gioia perché sappiamo che ci viene offerto gratuitamente, per amore e per sostenerci nella comunione che le prove dell’esistenza mettono a dura prova. Il mangiare del corpo di Gesù e bere del Suo sangue ci fanno sentire la gioia di essere amati. L’Eucarestia è fonte di gioia e gratitudine.
La festa del Corpus Domini diventa, quindi, un modo di vivere la comunione con Gesù, uno stile di vita basato sulla fiducia in Lui che ci fa risorgere e che con Lui vinceremo ogni fame e ogni sete. Il mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue sotto le specie eucaristiche diventa pegno di salvezza, garanzia che il dono non verrà mai a mancare e che la nostra gioia è assicurata.
Pertanto, partecipiamo con gioia e gratitudine al banchetto eucaristico accogliendo l’invito a saziarci per sentire la sua presenza, per ricevere misericordia, per viverre la comunione e la gioia di sentirci amati. L’Eucarestia crea così fratellanza, fa la Chiesa.