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Commento al Vangelo, 25 giugno 2023 – Mt 10,26-33

Gesù parla ai Dodici invitandoli a non avere paura degli uomini, ma di essere coraggiosi perché preziosi agli occhi di Dio. Da ciò deduciamo che i Dodici avevano paura che il loro annuncio non venisse accolto e perfino temevano possibili reazioni che mettessero a rischio la loro stessa vita. Gesù li rassicura che nonostante ci possano essere reazioni negative e dure, queste non possono toccare più di tanto: non uccidono l’anima. È l’invito a porre attenzione non alle conseguenze della missione, ma al fatto che siamo amati da Dio e da Lui custoditi.
Queste parole di Gesù propongono un modo di vivere non solo la missione evangelizzatrice, ma l’intera nostra vita: vivere senza porre troppa attenzione a ciò che pensano gli altri, a che cosa possano fare perché in realtà possono fare poco. Si tratta di vivere concentrati su ciò che nessuno può toglierci: l’essere amati da Dio, perché per Lui valiamo molto e tutto è nelle Sue mani.
La paura di non essere ascoltati e accolti in fondo manifesta che noi stessi crediamo poco, non solo alla forza liberante del messaggio evangelico, ma soprattutto che siamo amati nonostante tutto. Spesso ci preoccupiamo di avere esito, forse per vincere la paura che abbiamo di fallire, di sentirci inadeguati e non meritevoli. Pecchiamo di sottostima: ci crediamo non abbastanza amati, non abbastanza considerati, perfino pensiamo che tutti gli altri e tutto il resto vale più di noi e che a Dio, alla fine, non interessiamo più di tanto. Abbiamo paura perché non ci sentiamo amati, mentre l’amore perfetto invece scaccia ogni timore. E questa paura si manifesta nel timore degli uomini.
Ecco che un vero discepolo-missionario non è l’evangelizzatore intrepido che ha successo, ma è colui che sente di essere amato e per questo non si scoraggia dei contrasti, dei rifiuti, degli insuccessi. E quando ci si sente amati, allora la paura lascia il posto al coraggio di riconoscere Gesù davanti agli uomini. Riconoscere Gesù non è, prima di tutto, far prevalere una verità, ma mostrare il cuore di Dio che vuole stare vicino all’uomo con la Sua amicizia, la Sua misericordia e consolazione. In definitiva si tratta di vivere e manifestare la nostra amicizia con Gesù, che da Lui siamo amati e ci è vicino nelle stesse prove che toccano tutti gli uomini.
Chiediamo a Dio l’esperienza di sentirci da Lui amati in ogni evento della vita. Così vinceremo la paura e avremo il coraggio di testimoniare ai nostri fratelli la tenerezza di Dio.
A noi compete l’annuncio e la testimonianza del Suo amore, a Lui renderlo efficace e toccare i cuori.