Commento al Vangelo, 3 luglio 2022 – Lc 10,1-12.17-20
Leggendo il Vangelo colpisce l’affermazione che il Signore manda i suoi 72 discepoli davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Questo stava per recarsi offre la visione di che cosa sia l’evangelizzazione. Non siamo noi a portare Gesù, solamente prepariamo la strada perché Lui venga. Noi siamo come Giovanni Battista, che va davanti al Signore. Il nostro compito è fare in modo che il Signore possa arrivare bene. Ciò significa, anche, che ogni volta che viene un fratello a preparare la strada del Signore, subito dopo viene il Signore.
Il Signore vuole visitare il suo popolo e potrebbe farlo direttamente. Ma il Signore usa le mediazioni e così manda i fratelli a preparare il suo arrivo.
Nel vangelo Gesù dice come si deve preparare la sua venuta.
Il Signore dice di andare con fiducia verso le persone, di andare verso le case e lì rimanere. Non si tratta di girovagare, di passare di casa in casa, ma di andare in una casa e lì restare, mangiando e bevendo di quello che hanno da offrire.
Così si prepara l’arrivo del Signore mostrando la gioia di stare insieme e di condividere, diventando segni di vicinanza. In questo modo, più che convertire o illuminare, si scalda il cuore per l’attesa di ciò che verrà dopo: il Signore. Noi siamo solo segni che annunciano la benedizione.
Ecco quindi il primo invito: preparare la via al Signore facendoci amici dei nostri vicini. Stiamo con gli amici e parliamo loro di speranza, della vicinanza di Dio e della sua misericordia, diventiamo strumenti di consolazione per i feriti e guariamo con la fiducia coloro che sono malati. Così facendo Dio si avvicina a quella casa.
Questa è la missione dei 72, la nostra evangelizzazione. Abbiamo bisogno dell’annuncio che nasce da un cuore nuovo, da chi sa stare con gli altri e non si scandalizza di ciò che trova nella casa. Diversamente l’annuncio è una dottrina fredda che non cambia la vita e, a volte, la peggiora. La nostra chiamata è seminare sentimenti che rimangono nel cuore. Così si fisserà una dolce memoria di coloro che ci hanno visitato e susciteremo il desiderio di incontrare Dio. E quando il Signore verrà, questo sentimento rifiorirà e riconosceremo il Signore.
Prepariamo la strada al Signore facendo nascere sentimenti di simpatia. Non importa quando l’altro si convertirà. L’importante è che venga il Signore e poi lui farà.
Un vero evangelizzatore sa essere simpatico perché sa stare con gli altri e gli altri con lui.
Facciamo di tutto perché sorgano sentimenti che richiamano la presenza del Signore.
Ecco il Vangelo: un preparare la strada per il Signore che viene. Noi solo andiamo avanti a lui come segni della sua benedizione.











