Commento al Vangelo, 12 giugno 2022 – Gv 16,12-15
Nel vangelo odierno Gesù parla che tutto ciò che possiede è anche del Padre.
Sorge la domanda: che cosa possiede Gesù? Cosa intende dire con questa espressione?
La risposta è: lo Spirito Santo.
Gesù è stato pieno dello Spirito Santo fin dal grembo di Maria e così per tutta la sua vita. Altre volte ha ricevuto particolari effusioni di Spirito Santo come ad esempio nel battesimo al fiume Giordano e sul monte Tabor. Paolo stesso afferma che la resurrezione è opera dello Spirito Santo che vive in Gesù: E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi (Rom 8,11). Gesù è sempre stato pieno dello Spirito Santo.
Nel vangelo di Giovanni, Gesù dice che lo Spirito è lo Spirito del Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre. Ed è Gesù stesso che prega perché possiamo riceverlo e perché rimanga con noi per sempre: e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre (Gv 14,16). Lo Spirito ha la sua origine nel Padre (cfr. Gv 15,26).
La presenza dello Spirito è la caratteristica tipica dei figli di Dio: E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! (Gal 4,6).
Dentro di noi c’è lo Spirito di Gesù che ci è donato dal Padre.
Da tutto ciò risulta che non solo il Padre ha in comune con il Figlio lo Spirito Santo, ma che anche noi abbiamo lo stesso Spirito e quindi siamo in comunione con il Padre e il Figlio.
Per questo possiamo affermare che la solennità della Trinità, che celebra oggi la Chiesa, è la festa della comunione: siamo in comunione con Dio perché uniti da questo unico amore che si chiama Spirito Santo.
Da parte nostra sorge spontaneo il ringraziamento per il fatto che il Signore ci ha resi suoi figli adottivi e ci ha dato la possibilità di avere nel nostro cuore il suo stesso Spirito. Non siamo soli, ma sempre dentro di noi c’è lo Spirito che è capace di farci risorgere dai nostri peccati e dalle nostre tristezze dandoci una nuova speranza e forza. Egli ci mantiene uniti al Padre e al Figlio!
Così pure la presenza dello Spirito in noi ci rende capaci di essere strumenti di comunione. Se abbiamo lo stesso Spirito, allora siamo fratelli e come tali dobbiamo accoglierci e stimarci a vicenda come figli dello stesso Padre, generosi in gesti di comunione. Grazie allo Spirito siamo capaci di amare!
La solennità della Trinità ci ricorda due atteggiamenti fondamentali della nostra vita: gratitudine e comunione.










