Santo del Giorno, 6 novembre – San Leonardo di Noblac
Leonardo di Noblac, conosciuto anche come san Leonardo abate, eremita, di Limoges, del Limosino o confessore, fu un abate francese, che visse da eremita gran parte della vita. Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi lo venerano. Nel Medioevo fu uno dei santi più venerati in Europa, la memoria liturgica ricorre il 6 novembre.
Agiografia
Leonardo nacque in Gallia da una famiglia di nobili franchi nel castello di Vandôme, nel villaggio di Corroi presso Orléans all’epoca dell’imperatore Anastasio I Dicoro. È lo stesso re Clodoveo al quale i genitori di Leonardo sono stretti da vincoli d’amicizia a fargli da padrino la notte di Natale del 496. La stessa notte Clodoveo, mantenendo la promessa fatta alla consorte Clotilde prima della battaglia di Tolbiaco, insieme alla sua corte abiurò i riti pagani, facendosi battezzare. Della giovinezza di Leonardo non si hanno molte notizie.
Il re dei Franchi Salii, Clodoveo, gli diede il privilegio di liberare i prigionieri che avesse incontrato e ritenuto innocenti. E Leonardo sfruttò questa opportunità liberando un gran numero di persone ridotte in condizioni miserevoli e prive di libertà. Leonardo poi avrebbe rifiutato l’offerta della sede vescovile che gli sarebbe spettata, preferendo ritirarsi in un monastero.
Abbandonata la corte con suo fratello Lifardo, si ritirò per qualche tempo presso il monastero di Micy. Divenuto diacono qui avrebbe compiuto il suo primo miracolo, trasformando l’acqua in vino. Morto san Massimino, intorno al 520, si diresse a sud. Qui decise di fondare il suo eremo nella foresta di Pauvain, nel Limosino. Ebbe tanti seguaci e la fama della sua santità arrivò fino al re. Quest’ultimo ne richiese l’intervento quando le doglie del parto sorpresero la regina Clotilde, che transitava in quella zona. L’intervento di Leonardo lenì i dolori della regina che poté dare alla luce il suo bambino.
Clodoveo per riconoscenza gli concesse la parte di bosco che sarebbe riuscito a descriverne in un giorno a dorso d’asino. Qui Leonardo edificò un oratorio intitolato a Nostra Signora di sotto gli alberi ed eresse un altare in onore di san Remigio. Secondo la leggenda devozionale, fece, quindi, un buco in terra che si riempì miracolosamente d’acqua dando origine ad un pozzo che prese il nome di nobiliacum, in ricordo della donazione regale. Dal nobiliacum prese il nome anche la cittadina che si andò formando attorno al monastero e che inizialmente prese il nome di Noblac. Successivamente divenne Noblat; oggi è chiamata Saint-Léonard-de-Noblat in onore del suo illustre fondatore.
La tradizione vuole che il santo sia morto la sera del 6 novembre. Manca una datazione precisa dell’anno, che dovrebbe attestarsi intorno alla metà del VI secolo e fu inumato nell’Oratorio che aveva fondato.
Culto
L’Oratorio con le spoglie di Leonardo divenne ben presto una famosa meta di pellegrinaggio di fedeli. Probabilmente lo stesso Pipino il Breve vi si recò in pellegrinaggio, dopo la vittoria nell’assedio di Limoges. Con l’aumentare del numero dei pellegrini, si decise di erigere una chiesa più grande. Le reliquie del santo furono perciò trasportate nell’erigenda chiesa sotto il regno di Luigi il Pio.
Nel 1094, nel corso di una epidemia detta “male degli ardenti”, le reliquie del santo furono portate in processione e, secondo la leggenda, l’epidemia cessò. Il culto ebbe una rapida diffusione in tutt’Europa a partire dall’XI secolo. Un grande contributo al suo culto lo dette anche il pellegrinaggio nel 1106 di Boemondo I d’Antiochia, imprigionato dagli infedeli e poi liberato tre anni più tardi, per merito, a suo dire, dell’intervento di san Leonardo da lui invocato. Anche il re d’Inghilterra Riccardo cuor di leone si sarebbe recato a ringraziare il santo nel 1197, a seguito della sua liberazione dalle prigioni dell’imperatore di Germania.
Noblac divenne anche una delle tappe del cammino verso Santiago di Compostela. È così a maggior ragione una meta di pellegrinaggio frequentatissima dai fedeli, in particolare da quelli dell’Europa centrorientale.
La sua venerazione si diffuse anche in Italia. Qui la sua popolarità ebbe un impulso anche grazie ai Normanni che ne introdussero il culto nei loro regni. San Leonardo divenne così uno dei santi più popolari nell’Europa medioevale.
Iconografia
È spesso rappresentato con delle catene, per la sua particolare protezione degli imprigionati o carcerati ingiustamente. Talvolta è in abito diaconale, episcopale, più spesso indossa il saio di un monaco.
Reliquie
Con l’inizio della guerra dei cent’anni, che vedeva la Francia in lotta con l’esercito inglese, la cripta contenente le reliquie del santo fu murata per evitare razzie. Terminata l’occupazione inglese, si decise di recuperare le reliquie del santo. La loro inventio sarebbe avvenuta il 17 febbraio del 1403.
A seguito di tale ritrovamento, le reliquie furono collocate all’interno di due grossi reliquiari posti sopra l’altare maggiore, protetti da una grata di ferro battuto. Mentre le due casse di piombo, ormai vuote, sono parte del tesoro della Collegiata e sono tuttora visibili per i visitatori.
Sempre presso la Collegiata all’interno di una coppa dorata del XIX secolo si custodisce il cranio di San Leonardo. Ancora oggi, in tale data, presso la Collegiata, si commemora tale ritrovamento.
Inoltre, ogni sette anni, la Confrérie de Saint-Léonard-de-Noblat, organizza le Ostensioni, una presentazione solenne delle reliquie alla venerazione dei fedeli, per commemorare il Miracolo degli ardenti avvenuto nell’agosto del 1094. Esse hanno inizio con la ricognizione canonica delle reliquie di san Leonardo abate da parte dei confratelli, il venerdì di Quaresima e terminano la domenica della Santa Trinità.
Altre reliquie sono custodite in Toscana (a Cerreto Guidi e a Stagno comune di Collesalvetti), a Malta, a Mascali (probabilmente parte di un’ulna), a Panza (Forio) dove è custodita unitamente ad una reliquia secondaria donata nel 2004 dalla Confrérie de Saint-Léonard-de-Noblat, in occasione del Meeting Nazionale Amici di San Leonardo tenutosi ad Ischia. Un’altra reliquia secondaria (o reliquia da contatto) si trova presso la Parrocchia di San Leonardo abate in Marsala (TP) e portata a Noblat in un pellegrinaggio organizzato dal parroco Don Giuseppe Maniscalco il 27 maggio 1990.
Patronati
Per le vicende che lo videro restituire la libertà a molti prigionieri, è considerato il patrono dei carcerati. Gli è stata attribuita la protezione dei fabbricanti di catene, fibbie, fermagli, ecc. Nella zona di Liegi in Belgio è patrono dei minatori. La sua intercessione viene invocata per i parti difficili, i mal di testa, le malattie dei bambini, le malattie del bestiame, la grandine, i banditi e anche contro l’obesità.
Fonte: Wikipedia